Non profit
Farsi una moneta privata? Non è poi così difficile
Bastano tre passaggi, senza capitali di partenza
di Redazione
Farsi una propria moneta privata non è così complicato come sembra. In realtà è un processo semplice che si compie in tre passi. In primo luogo, ammassa un sacco di roba. Diciamo, per esempio, oro. In secondo luogo, scegli una ragionevole unità di misura per la tua nuova valuta. Diciamo che il nostro Derek Dollar vale un grammo d’oro. In terzo luogo, convinci una massa critica di persone a usarlo cosicché i Derek Dollars siano scambiabili non solo all’interno del gruppo di amici, ma anche tra i negozi e i commercianti nel mondo. Ecco la nostra valuta privata. Niente oro? Nessun problema. C’è il piano B: preparare un sistema come quello della Sterlina di Man, che consenta ai tuoi amici di commerciare ore di lavoro. Centinaia di negozi a Ithaca, Stato di New York, accettano Ithaca HOURs, una valuta locale, sostenuta non dall’oro ma da ore di lavoro. Passo un’ora a tagliare un prato a Ithaca e ricevo una banconota da un’Ora. Vado a piedi dal barbiere, gli do il pezzo di carta, e lui mi taglia i capelli. Ora l’erba del mio vicino è più corta, i miei capelli sono ben tenuti e il mio barbiere è più ricco di un’Ora. E tutto è successo grazie a transazioni che avrebbero potuto non accadere se non fosse stato per una valuta privata.
I dollari americani, come la maggioranza del denaro moderno, sono sostenuti da una promessa, non da un metallo. Gli architetti della valuta privata si trovano ad affrontare una sfida del tipo: «È nato prima l’uovo o la gallina?». Per rendere una nuova valuta popolare tra gli utilizzatori/fruitori, devi ingaggiare/coinvolgere i commercianti. Per renderla popolare presso i commercianti, devi ingaggiare/coinvolgere gli utilizzatori/fruitori. La più interessante valuta che affronta questa crisi esistenziale è la Bitcoin, una valuta generata al computer che è scambiata tra i nerd del computer e tra i commercianti: l’unica cosa che ha valore di Bitcoin è che ci sono altri habitué nerd di internet che la accetteranno come pagamento in cambio di cose. La Bitcoin non è sostenuta né da metalli né da ore lavorative, tuttavia ogni moneta vale quasi un dollaro. Un valore determinato dall’alta domanda di Bitcoin rispetto alla richiesta dei suoi fruitori. La Bitcoin è attualmente legale e attiva. Ma alcuni sono preoccupati che le possa toccare la sorte di E-Gold, la valuta online che diventò la valuta preferita di truffatori a livello mondiale e riciclatori di denaro. Il suo fondatore fu condannato agli arresti domiciliari.
«Qualunque cosa può fungere da valuta e in definitiva basta che possieda le caratteristiche che la gente domanda: trasferibile, fungibile, facilmente divisibile, ma anche ragionevolmente scarsa», dice John Matonis, direttore del blog “The Monetary Future” ed esplicito sostenitore delle valute private. Le valute sono come qualunque altro bene o servizio. I monopoli possono danneggiare il mercato. Il controllo del governo può generare inefficienze. Forse dovremmo smettere di preoccuparci e imparare ad amare la Bitcoin.
*copyright The Atlantic
sintesi e traduzione di Cristina Barbetta
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