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Giochi: riconoscere le ludopatie come patologia

di Redazione

Ho letto con attenzione il reportage sul gioco che avete pubblicato e che mette in evidenza il rischio, sempre più forte e incombente, che il gioco d’azzardo porta con sé nel manifestarsi di quella che è una vera e propria patologia.
Il vostro articolo fotografa in modo puntuale, con dati, relazioni di esperti e testimonianze umane, una realtà ancora troppo sottovalutata dalle istituzioni. Una realtà subdola e pericolosa che si nasconde dietro la spettacolarizzazione di un sogno: diventare ricchi in un batter d’ali.
Da parlamentare seguo da tempo questa tematica e già nel giugno scorso è stata approvata all’unanimità una mozione trasversale, in linea con un ddl da me precedentemente presentato, in cui chiedevo l’inserimento nei Lea del gioco d’azzardo patologico. Un impegno importante che sta a significare come il gioco d’azzardo sia ormai diventato un’urgenza nell’agenda politica nonché uno dei mali che indebolisce e impoverisce dal punto di vista materiale, morale e antropologico la nostra società. Si può e si deve, però, fare di più: serve un intervento legislativo mirato e strutturato atto sia a prevenire che a contrastare il gioco compulsivo.
Oggi circa l’80% della popolazione adulta gioca d’azzardo, un dato questo che porta con sé il rischio che in particolari gruppi di persone ad alta vulnerabilità possa sfociare una vera e propria dipendenza (gambling patologico). Se le ludopatie non vengono riconosciute nei Livelli essenziali di assistenza è oggettivamente difficile organizzare forme strutturate di cura e riabilitazione nei sistemi sanitari regionali. Questa difficoltà è stata evidenziata anche nella relazione annuale del 2011 al parlamento “Sull’uso di sostanze stupefacenti e sulle tossicodipendenze in Italia” della Presidenza del Consiglio dei ministri. La relazione così conclude la sua analisi: «L’aumento del fenomeno implica la necessità di organizzare e avviare strategie specifiche utili anche a supportare e promuovere ulteriormente il processo di repressione e contrasto esistente». È evidente come la gravità del fenomeno sia stata efficacemente sintetizzata nelle conclusioni della relazione al Parlamento, ritengo quindi altrettanto evidente l’urgenza di predisporre, nel più breve tempo possibile, uno strumento legislativo organico che colmi questa pesante lacuna.
Non dimentichiamo che le criticità relative ai diversi sistemi fiscali connessi ai giochi aprono margini di spazio alla criminalità organizzata, alimentando di fatto le infiltrazioni mafiose. Vorrei ricordare che il gioco d’azzardo, le sale di poker live o i casinò games viaggiano sul filo sottilissimo dell’illegalità. Infatti, solo nei primi cinque mesi del 2011, la Guardia di Finanza ha chiuso oltre 800 punti non autorizzati.
senatrice Emanuela Baio