La crisi di vocazioni dei volontari? In gran parte un falso mito. Le organizzazioni più in sofferenza? Quelle del Centro Italia: Toscana, Umbria, Marche e Lazio. È una panoramica per molti versi sorprendente quella condotta dalla Fondazione Volontariato e partecipazione e dal Centro nazionale per il volontariato sulla Struttura e dinamica delle organizzazioni di volontariato nell’Italia della crisi, presentata a Lucca nell’ultima edizione di Villaggio Solidale (www.centrovolontariato.net) e curata dal direttore della fondazione, Riccardo Guidi. L’indagine, che sarà ripetuta l’anno prossimo, o al più tardi nel 2013, è stata realizzata intervistando 2mila presidenti di odv italiane. Partiamo dal secondo punto: l’affanno del Centro Italia, un’area del Paese che in altri tempi è stata invece la locomotiva del settore. I dati nazionali: sul versante delle entrate di bilancio, il 46% dei presidenti non osserva variazioni di rilievo fra il 2010 e il 2011 (l’anno di riferimento). Il 16% rileva invece un incremento, il 27% una diminuzione (il resto non risponde). Una odv su quattro quindi registra una contrazione dei fondi. «Si tratta», interviene Guidi, «in buona misura di realtà attive proprio nel Centro Italia e in particolare sul versante della protezione civile». Un dato che fa il paio con quello che dice che il 51% (contro una percentuale nazionale del 45%) delle odv di Toscana, Umbria, Lazio e Marche ha avuto una convenzione attiva con un ente pubblico nel corso del 2011. Una conferma della propensione all’istituzionalizzazione dei soggetti attivi in questa area geografica, «ma che», secondo Guidi, «è un sintomo di debolezza», considerato anche che proprio i presidenti di queste realtà sono quelli che guardano al futuro con più pessimismo: nel 14-19% dei casi, infatti, si aspetta una contrazione del numero e degli importi delle convenzioni, una quota quasi doppia di quella nazionale.
Sorprendente anche, come anticipato, un secondo elemento peculiare della ricerca: in generale il turnover dei volontari ha segno positivo, circa il 57% delle odv intervistate dichiara di avere aumentato i propri volontari nel 2011 (con una forbice che vede il Sud e le Isole al 59% e il Centro al 52%). E ancora: solo l’8% dei presidenti ritiene che i propri volontari nel corso del 2012 diminuiranno, mentre il 46% pensa che aumenteranno e il 43% che resteranno stazionari. Crisi dimenticata, dunque? «Credo che non sia ancora arrivata», risponde Guidi, «da questo punto di vista nei prossimi due anni non mi aspetto buone notizie».