Per la legge nazionale 130/00 «la pensione di invalidità e l’indennità di accompagnamento sono esenti da Irpef e non concorrono a fare reddito». L’esatto contrario di quello che la Giunta dell’Emilia Romagna (nella foto il governatore Vasco Errani) «vuole fare con l’ultima modifica dell’articolo 49 della legge regionale che regolamenta la compartecipazione degli utenti ai servizi», spiega la battagliera presidente di Anffas Bologna, Gabriella D’Abbiero. «Ci siamo già rivolti al Consiglio di Stato e stiamo meditando, con l’appoggio di Anffas nazionale, di ricorrere in Cassazione perché una legge locale non può dire il contrario di una nazionale», annuncia D’Abbiero. L’ultima tegola è una lettera in cui si annuncia la volontà di aumentare, in base all’inclusione nel reddito della pensione di invalidità e dell’indennità di accompagnamento, i contributi per i centri e i servizi residenziali. «Rischiamo di pagare oltre 300 euro in più al mese. Un vergognoso esborso per le famiglie», aggiunge D’Abbiero, che ricorda come un disabile intellettivo grave e gravissimo non abbia redditi propri e per questo dipenda interamente dalla famiglia. [A.Ne]
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