Carlo Giovanardi, senatore pidiellino, ma soprattutto ex sottosegretario alla Presidenza (Berlusconi) con delega al servizio civile, non esita un secondo ad aderire al Manifesto per il servizio civile universale, ma avverte: «Non illudiamoci, il vero nodo è il rapporto difficile fra lo Stato e le Regioni».
A cosa si riferisce?
La mia proposta di riforma, concordata con i grandi enti storici, prevedeva un fondo unico per il servizio civile nazionale alimentato dalle risorse dello Stato e, come dite voi, da quelle degli enti, delle fondazioni e anche del privato for profit. Queste risorse andrebbero gestite in modo unitario da Roma superando così la divaricazione fra albo nazionale e albi regionali.
Così taglierebbe fuori di netto le Regioni?
Rendiamo più efficiente il fondo nazionale, dopo di che se le Regioni volessero contribuire, avrebbero voce in capitolo su quei posti-volontario e su quei progetti finanziati con i loro fondi.
Sarebbe d’accordo su una riduzione della diaria dei volontari?
Sì, se lo ha fatto la Germania, che è più ricca, non vedo perché non dovremmo farlo noi. Un’altra misura di buon senso sarebbe anche la riduzione della durata del servizio.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.