L’innovazione può essere di sinistra e di destra. La protezione del posto fisso è stata a lungo di sinistra ed è stata conquistata dai lavoratori al termine dell’epoca d’oro dell’industrializzazione italiana. Dopo una lunga marcia che era partita con le società di mutuo soccorso, quelle che nascevano quando ai lavoratori non era garantito nulla e si aiutavano da soli. Oggi, in un mondo totalmente diverso, all’apice di un’epoca nera per la deindustrializzazione italiana, i lavoratori perdono una parte delle protezioni che avevano conquistato associandosi col sistema dei sindacati. Come se ne esce? Con l’avvio di un sistema di tutti contro tutti, oppure con una nuova forma di solidarietà adatta all’epoca contemporanea?
Nell’epoca della conoscenza, il valore del lavoro non è tanto quello di svolgere funzioni ripetitive, ma è quello di aggiungere alle procedure produttive intelligenza, immagine, creatività, ricerca, design, informazione, freschezza e franchezza nelle relazioni umane che sottendono anche le relazioni economiche. Quel valore si sviluppa solo se la solidarietà fondamentale, in azienda, è quella che unisce le qualità delle persone e il progetto imprenditoriale delle loro imprese.
Per condurre l’innovazione a cogliere le opportunità insite nel cambiamento, basate sulla cooperazione e la solidarietà costruttiva, e a debellare le connivenze di ogni ordine e grado, occorre una magistratura più efficiente, una morale professionale più forte, un fisco più giusto, una struttura di ammortizzatori sociali più intelligente. Ma occorre al fondo una narrazione: una grande alleanza delle imprese con i giovani, per i quali il vecchio mondo ha smesso di generare risposte; una definizione del progresso in termini di qualità dell’ambiente, della cultura e delle relazioni; una lealtà nella competizione che riconosca l’onore di chi si è prodigato per il progetto comune, dell’azienda e del paese, e che abbatta la credibilità di chi ha puntato ai vantaggi personali passando sopra ogni correttezza.
Le imprese sono il fondamento della ricostruzione di una prospettiva di progresso economico. Ma la società è il fondamento della ricostruzione di una prospettiva di progresso civile. E al fondo, la relazione tra queste dimensioni dipende dalla qualità dell’informazione sulla base della quale si racconta la prospettiva e si valuta l’apporto di ciascuno. Un’informazione di mutuo soccorso. Contro l’inquinamento dell’ecosistema dell’informazione. Per il bene comune. Che oggi è diventato il nuovo baluardo di un programma che eventualmente si può definire di sinistra.
L’equilibrio che un programma del genere deve ritrovare è quello che a fronte delle minori protezioni per gli adulti garantisca nuove aperture per i giovani. Investendo di più e meglio nell’educazione e nell’accesso all’informazione per i giovani. Ed è quello che riconosce la professionalità degli adulti, rivalutandola anche come integrazione costante dei giovani nelle dinamiche del lavoro.
Quando pensiamo alle start-up giovanili non possiamo dimenticare che hanno bisogno di denaro ma anche di esperienza: il nuovo equilibrio è un nuovo patto tra le generazioni. E se c’è da passare un testimone, questo passaggio deve essere accompagnato da una visione comune. C’è un’infinità di lavoro per tutti. Con molta umiltà, ragionevolezza ed emozione. Di fronte alla sofferenza di tanti che si accorgono dell’incertezza nella quale ci lascia la crisi del vecchio modello.
Per seguire Luca De Biase, http://blog.debiase.com/