Famiglia

I papà più a rischio per la depressione post-partum

Lo dice una ricerca australiana

di Redazione

Esce oggi nelle sale “Maternity Blues“, il film sulla depressione post partum di Fabrizio Cattani già presentato al festival di Venezia e poi in anteprima lo scorso novembre durante la rassegna cinematografica di Intervita.

Nel film Clara, Eloisa, Rina e Vincenza sono accomunate dalla stessa colpa: hanno ucciso un figlio forse a causa di quel male oscuro che è la depressione post partum.

E mentre finalmente si richiama l’attenzione sociale su un tema tanto delicato e vissuto spesso nel chiuso delle mura di casa, ecco che uno studio australiano lancia l’allarme: i neo-papà sono tanto vulnerabili quanto le madri alla depressione post-partum. Secondo il Research Centre di Melbourne, che ha pubblicato uno studio sulla rivista Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology, entrambi i genitori sono colpiti in ugual misura dalla depressione post-partum nel primo anno di vita del bambino.

I numeri portati dalla ricerca australiana dicono che in questo primo anno fatidico è depresso il 9,7% dei padri contro il 9,4% delle madri. Il rischio per i neo-papà di sviluppare angoscia psicologica è 1,38 volte maggiore della media della popolazione maschile adulta.I più a rischio sono i giovani papà: sotto i 30 anni il rischio è superiore del 40% rispetto agli ultratrentenni.

Lo studio australiano suggerisce che le pratiche di screening e di supporto per le nuove madri attualmente messe in atto, siano estese anche ai loro compagni.

Vuoi accedere all'archivio di VITA?

Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.