Politica

Il Lazio per un “mondo bambinocentrico”

Presenterà con don Mazzi la Carta di Roma

di Redazione

Anche la Regione Lazio è a Milano per l’Incontro Mondiale delle Famiglie. Giovedì 31 maggio presenterà un manifesto in dieci punti per una visione ‘bambinocentrica’ del mondo, che punta a creare in Italia e nel mondo «società nuove e davvero a misura di bambino».

L’Assessorato alle Politiche sociali e Famiglia della Regione Lazio, insieme alla Fondazione Movimento Bambino Onlus e alla Fondazione Ferrero, presenta con don Mazzi e Maria Rita Parsi la Carta di Roma. «Questo manifesto – spiega l’assessore della Regione Lazio Aldo Forte – vuole essere prima di tutto uninvito alle altre Regioni a seguirci e, soprattutto, un appello al governo affinché riconduca la questione dell’infanzia al primo posto della propria agenda. Una questione che è stata progressivamente rimossa, forse perché abbiamo ritenuto troppo in fretta che alcune problematiche non riguardassero più il nostro Paese. E, invece, oggi sappiamo che un bambino su quattro in Italia è a rischio povertà, il 10% delle famiglie italiane non è in grado di affrontare le spese scolastiche per i propri figli, il 6% non ha i soldi per alimentarli, una famiglia su tre non può sostenere spese impreviste. E quelle più esposte sono proprio le famiglie giovani, quelle numerose e le monoparentali».

 

Il manifesto invita a superare la visione ‘Adultocentrica’ del mondo verso quella ‘Bambinocentrica’ che «rappresenta, per il pianeta, l’unica vera e ultima Rivoluzione possibile». Come? Il primo passo è «porre al centro dell’attenzione sociale la Famiglia», modificando «radicalmente la scala di priorità degli investimenti dei governi» e «rivoluzionando totalmente il modo di vivere familiare e sociale». A cominciare «dall’utilizzo diverso del tempo, soprattutto quello lavorativo, dei genitori e degli educatori; dalla ridefinizione di spazi urbani e non, con precisa attenzione alle barriere architettoniche; dalle relazioni umane a partire da quelle familiari; dalle forme di comunicazione della tecnologia avanzata, dai modelli economici di crescita, dalle negoziazioni dialettiche, sia all’interno delle famiglie che nel sociale».

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