Welfare

Un accordo segreto Italia-Libia per limitare i flussi

La denuncia di Amnesty: si viola la Convenzione europea sui diritti umani

di Redazione

“Nonostante le rimostranze di Amnesty International e altri gruppi sulle violazioni dei diritti umani il 3 aprile del 2012 l’Italia ha firmato un nuovo accordo con la Libia per limitare il flusso dei migranti. I termini dell’accordo non sono stati resi noti. Un comunicato stampa si limitava a dare la notizia senza fornire ulteriori dettagli sulle misure decise o denunciare la terribile situazione di migranti e rifugiati nel Paese”.

È un passaggio tratto dal rapporto “SOS Europe” sull’impatto dei controlli in materia d’immigrazione sui diritti umani presentato da Amnesty International .

Secondo Amnesty International l’intesa dà alle autorità italiane il diritto di respingere i migranti e rispedirli in Libia. Ma questi termini rappresentano una violazione della Convenzione europea sui diritti umani perché non contengono le tutele adeguate per chi fugge dalla sua patria: “L’Italia – si legge nel rapporto -, nella migliore delle ipotesi, ha ignorato la terribile situazione dei migranti. O, nella peggiore delle ipotesi, si è mostrata disponibile a passare sopra agli abusi dei diritti umani in nome del proprio tornaconto politico interno”.

Secondo l’Ong al momento è impossibile “una qualsiasi collaborazione con la Libia in materia di controllo dell’immigrazione, giacché nel paese mancano anche le minime garanzie nei confronti dei diritti e delle libertà fondamentali”.

È una tendenza dell’intera europa, secondo Amnesty: “il rafforzamento delle frontiere europee è chiaramente prevalente sul salvataggio delle vite umane. Nel tentativo di stroncare la cosiddetta immigrazione irregolare, i paesi europei hanno rafforzato misure di controllo delle frontiere oltre i loro confini, senza riguardo per i costi umani. Queste misure, di cui l’opinione pubblica non è informata, pongono le persone in serio pericolo – ha dichiarato Nicolas Beger, direttore dell’Ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee.
 
Nel 2011 almeno 1500 uomini, donne e bambini sono annegati nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere l’Europa. Alcune di queste morti avrebbero potuto essere evitate. I soccorsi ritardati significano perdita di vite umane. In diverse occasioni, l’Italia ha respinto persone verso la Libia, paese in cui sono state poi arrestate e sottoposte a maltrattamenti. In un contesto nel quale trasparenza e controlli sono scarsi, le violazioni dei diritti umani lungo le coste e le frontiere europee finiscono spesso per rimanere impunite.
 
Il rapporto fa parte di una campagna di Amnesty International in difesa dei diritti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in Europa e lungo le sue frontiere. La campagna intende chiamare a rispondere del loro operato i governi che si rendono responsabili di violazioni dei diritti umani nel contesto dei controlli dell’immigrazione.
 
Migranti, richiedenti asilo e rifugiati si muovono verso l’Europa per una serie di ragioni. Alcuni fuggono dalla persecuzione e dalla guerra, altri da un destino di povertà cronica. Tutti cercano un futuro migliore e più sicuro. Troppo spesso, la realtà che incontrano è differente.
 
Secondo Amnesty l’Europa non sta promuovendo e rispettando i diritti dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati. L’ostilità nei loro confronti è diffusa e i maltrattamenti che subiscono rimangono spesso impuniti. Fino a quando queste persone resteranno invisibili, saranno vulnerabili alle violazioni dei diritti umani.

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