Mondo

Uscire dalla crisi? Dando il voto ai bambini

Torna sulla ribalta politica l'idea "un figlio, un voto", lanciata in Italia da Luigi Campiglio. Questa volta in Germania

di Redazione

Era il 2004 quando il professor Luigi Campiglio, economista dell’Università Cattolica, nel suo libro “Prima le donne e i bambini” lanciò l’idea “un figlio, un voto”, presentata in anteprima da Vita. Ora l’idea torna ad affacciarsi sulla scena politica. Viene, questa volta, da Paul Kirchhof, 69 anni, ex giudice costituzionale ed ex consigliere di Angela Merkel. Lo fa nel suo libro Deutschland im Sculdensog (La Germania nel gorgo dei debiti), dove spiega che il problema della Germania (e dell’Europa in generale) non sono i debiti finanziari quanto il debito generazionale che farà saltare tutti i sistemi pensionistici. Che fare per correre ai ripari e far nascere più bambini?
Semplice, dice Kirchhof: dare il voto anche a loro. O meglio, ai loro genitori, che avrebbero ciascuno mezzo voto in più per ogni figlio (uno in più per i single). Così i politici ne terrebbero conto. Mentre al momento dell’assunzione dovrebbe essere obbligatorio per legge favorire (e non discriminare, come accade oggi) chi è padre e madre.  E nelle pensioni si dovrebbero calcolare non solo gli anni passati in ufficio ma anche quelli spesi per allevare i figli.
Kirchhof ha fatto spedire 5mila copie del libro in omaggio ai politici. Chissà se riuscirà almeno ad aprire il dibattito.

 

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