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Revelli: con Ingroia è fallito un vecchio modo di essere sinistra

«Suggerisco di non autoproclamarsi più di sinistra, meglio concentrarsi sui contenuti e liberarsi di alcuni vecchi personaggi», sostiene il sociologo. Che su Grillo dice: «Alcuni dei temi che pongono i 5 Stelle li condivido in pieno»

di Redazione

Con il suo Alba (Alleanza- lavoro- beni comuni- ambiente) Marco Revelli è stato uno dei primi compagni di viaggio di Antonio Ingroia. Lo è stato fino al 28 dicembre scorso. «Quando ce ne andammo perché capimmo che il progetto stava diventando altro rispetto alle nostre aspettative. Le ragioni del fallimento di oggi erano già evidenti allora». Revelli parla qualche minuto prima dell’inizio dei lavori dell’incontro di Left con Stefano Rodotà (presenti fra gli altri: Giorgio Airaudo, Pippo Civati, Gherardo Colombo, Sergio Cofferati. Gennaro Migliore, Laura Puppato e Gustavo Zagrebelski) in cui è di nuovo faccia a faccia con Ingroia.

 

Marco Revelli

 


Professore, come spiega il flop di Rivoluzione Civile?
All’inizio il progetto prevedeva la costituzione di un movimento dal basso, che partisse fin dalla scelta dei temi e delle candidatura da un confronto vero con il territorio. A un certo punto però quattro leader di partiti falliti, Di Pietro, Bonelli, Diliberto e Ferrero, Ingroia e i due sindaci (Orlando e De Magistris, ndr.) hanno voluto impossessarsi del progetto. E hanno funzionato da magnete alla rovescia: sono stati il collante del fallimento

Fine quindi del progetto politico della sinistra-sinistra. E ora che si fa?
Iniziamo col dire, che oggi in politica sarebbe bene non autoproclamarsi più di sinistra. Sa di autocommiserazione o, viceversa, di orgoglioso richiamo a un ceto politico che non è in grado di fare nemmeno un minimo di autocritica.  Quelli che rimangono sono i temi che appartengono a una certa parte politica. E sono quelli dell’uguaglianza, della solidarietà, della fratellanza, dei beni comuni e del diritto al lavoro.   

Vendola potrebbe essere in grado di raccogliere queste istanze?
Vendola è finito nel momento in cui è esploso il Pd ai cui destini si è voluto legare. Una scelta terribilmente sbagliata.

Non rimane che Grillo?
In effetti del Movimento 5 Stelle condivido molti contenuti. A partire dalla difesa dell’acqua pubblica e dal no alle grandi opere. Ma mi sembrano convincenti anche le loro proposte sul modello di sviluppo e il contrasto alla finanziarizzazione dell’economia e al precariato. Tutti temi che a mio parere stanno alla radice dello straordinario successo di un Movimento che in pochissimo tempo è passato dallo 0 a quasi il 26% dei consensi. Ma mi permetta di aggiungere una riflessione?

Prego..
Il modello di partito novecentesco nato all’interno degli Stati nazionali va ripensato e aggiornato. Ma uno strumento che traduca in un noi condiviso tanti io è ancora assolutamente necessario.

Un’ultima domanda su Ingroia: come se lo immagina in futuro? Politico o magistrato?
Non saprei. Gli faccio però i miei migliori auguri.
 


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