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Le prime testimonianze dal Villaggio Sos di Tacloban

Dopo il passaggio di Haiyan Sos Villaggi dei Bambini sta procedendo alla creazione di spazi per i bambini della comunità di Tacloban dove ha sede il Villaggio Sos più colpito dalla furia del tifone. Le testimonianze dei sopravvissuti

di Redazione

Arrivano i primi resoconti dal Villagio Sos di Tacloban. Dopo il passaggio del tifone Haiyan Sos Villaggi dei Bambini ha diffuso le prime testimonianze dalle Filippine. A Tacloban, all’interno del Villaggio Sos giacciono cadaveri non identificati, mentre in tutta la città manca l’energia elettrica e solo il 40% dei servizi di telefonia mobile è attivo. Per quanto riguarda la connessione internet l’unica disponibile è all’interno della sede del municipio.
Tre persone cresciute nel Villaggio Sos di Tacloban sono morte a causa del tifone. Due collaboratori Sos e un buon numero di persone cresciute nel Villaggio Sos sono rimasti senza casa. Non si hanno notizie di circa 300 bambini e giovani, di diverse famiglie e di 93 educatori coinvolti nei Programmi di rafforzamento familiare
L’associazione nel frattempo sta procedendo con la rimozione dei detriti dal Villaggio Sos di Tacloban e la creazione di spazi dedicati ai bambini dove i genitori della comunità possono lasciare i propri figli e dedicarsi alla ricostruzione della loro vita familiare.

«Verso le sei del mattino, il vento soffiava forte e la pioggia cadeva incessantemente» ricorda un’educatrice del Villaggio Sos di Tacloban. «Ho raccolto tutti i bambini vicino a me. Il vento ha rotto le finestre. Spaventati, ci siamo spostati verso la porta. Stavo cercando una soluzione quando ho sentito un improvviso freddo ai piedi. Ho abbassato gli occhi e ho visto l'acqua entrare dalla porta principale, l’ho aperta e sono rimasta scioccata! Ho deciso di mettere prima i bambini sul tavolo, ma l’acqua continuava a salire. Allora ci siamo spostati tutti in soffitta. Il vento era fortissimo e ha formato una fessura nel tetto, abbastanza grande da far passare una persona. Quando l’acqua ha raggiunto la soffitta, siamo passati attraverso il buco, nell’attesa che la tempesta finisse» ricorda concitata l’educatrice.
«Dopo ore di terrore, la pioggia e il vento si sono indeboliti. Abbiamo iniziato a scendere per vedere in quali condizioni era la nostra casa: ogni cosa era inzuppata d’acqua e coperta dal fango!».
«Era tutto bagnato, disordinato e distrutto. Continuavo a tremare. Pensavo che sarei morto! I tetti delle quattro case sono scomparsi!»dice Daniel, un bambino di 13 anni accolto in una delle case famiglia danneggiate da Haiyan.
Queste le parole di Marie, 11 anni: «È stato orribile! Gli specchi sono caduti a terra, i vetri delle finestre si sono rotti e alcuni di noi si sono feriti. La metà del nostro tetto è volato via..».

«Alla mia prima visita a Tacloban, dopo il passaggio di Haiyan, mi si è presentato lo scenario più straziante di tutti i miei 39 anni di vita» ricorda Emily Torculas, direttrice del Villaggio Sos di Calbayog. «All'entrata di San Juanico Bridge, era l’apocalisse! Resti di case, alberi caduti, cadaveri sparsi dappertutto. Quando siamo entrati nel Villaggio Sos di Tacloban erano le 11 di sera, ma nonostante il buio i bambini si sono precipitati alla nostra macchina, quasi come fosse l'Arca di Noè! Ho tirato un sospiro di sollievo quando ho visto i loro volti stravolti, ma sorridenti» conclude Emily Torculas.

«I trasporti sono una vera e propria sfida. Cebu è la città più grande e rifornita nelle vicinanze, ma i trasporti via mare e via terra sono interrotti. I primi aiuti alimentari hanno impiegato più di un giorno e mezzo per raggiungere Tacloban. Al momento le ong basate a Manila si stanno muovendo lentamente verso Cebu e, quindi, ci aspettiamo che i prezzi dei prodotti alimentari salgano. Il nostro staff a Cebu sta cercando di fare più scorte possibili, ma la domanda è talmente alta che si rischia il totale esaurimento nel brevissimo periodo» riferisce Shubha Murthi, direttrice dell’Ufficio Continentale Asia di Sos Villaggi dei Bambini. «Entrambi i Villaggi Sos di Calbayog e Tacloban hanno bisogno di cibo e beni di prima necessità perché sono tagliati fuori dal resto delle Filippine, se si escludono gli aerei militari che arrivano con gli aiuti da Manila» conclude Shubha Murthi.

Sos Villaggi dei Bambini Italia è inserita nel quadro delle iniziative coordinate da Agire – Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze, e da Croce Rossa Italiana, all’interno dell’appello “Emergenza Filippine”.

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