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Record: 70 mln di giornate lavorative passate alle slot

A dirlo è la Consulta nazionale delle fondazioni e associazioni antiusura. Sono 70 milioni le giornate lavorative perse per un danno di 20 miliardi di euro. Un primo studio per cominciare a calcolare i costi sociali dell'azzardo legale.

di Lorenzo Alvaro

Si comincia finalmente a parlare dei costi sociali, un vero nodo nelle questioni, legati al gioco d'azzardo legalizzato.

Secondo la Consulta nazionale delle fondazioni e associazioni antiusura, che ha calcolato il tempo "usato” dal popolo dei “giocatori” d’ azzardo, sono 70 milioni le giornate di lavoro bruciate ogni anno per pigiare i bottoni delle macchinette. Se si considera invece il monte ore generale, sottratto alle relazioni sociali in generale e alla famiglia  la cifra calcolata sale a 488 milioni di ore. Una infinità. In termini economici significa dirottare 20 miliardi di euro dall’economia reale, con conseguente cancellazione di 115 mila posti di lavoro, 90 mila nel commercio e servizi e circa 25 mila nell’industria.
 
Numeri impressionanti.     

Anche la Caritas Roma si è confrontata col problema lanciando una giornata d’approfondimento sul gioco patologico organizzata insieme a Fondazione antiusura Salus Populi Romani e Azione Cattolica della Capitale.
«Il tempo quotidiano spesso viene riorganizzato in funzione del gioco col denaro, così come le abitudini, le relazioni, ma anche i luoghi della città e internet mutano per consentire la sua intrusione nella vita delle persone. In venti anni si è passati da uno Stato che limitava il gioco a pochi spazi e specifici giorni, lasciando ai cittadini 280 giorni liberi», è l’analisi del sociologo Maurizio Fiasco, «ad uno che non ne lascia neppure uno a gioco zero. Una pianta ben annaffiata e concimata dallo Stato».

Tutti questi sono dati che come spiega monsignor Filippo Iannone, vice gerente della diocesi capitolina, «minano la sopravvivenza della famiglia e la serenità delle nuove generazioni». Aprendo la giornata d’approfondimento sul gioco patologico organizzata da Caritas Roma, Fondazione antiusura Salus Populi Romani e Azione Cattolica della Capitale, l’arcivescovo ha chiesto di essere «cassa di risonanza» della gravità del fenomeno e, «come cristiani, di fare sempre di più» per combatterlo. Noi credenti «dobbiamo essere più scaltri dei figli delle tenebre», aggiunge il direttore Caritas Roma monsignor Enrico Feroci citando le parole di Gesù nel Vangelo, per evitare che «si facciano soldi sulla povera gente, per noi un dolore enorme».
 


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