Welfare
Cancellieri: sono quasi 9 milioni i processi pendenti
Lo ha sottolineato il ministro durante la “Relazione sull'amministrazione della Giustizia per l'anno 2013” alla Camera
di Redazione

«Alla data del 30 giugno 2013 si contano 5.257.693 di processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale». A fornire il dato è il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, nella Relazione sull'amministrazione della Giustizia per l'anno 2013.
«Il sistema continua ad essere in sofferenza nonostante la risposta offerta dalla magistratura italiana – ha aggiunto il ministro – che l'ultimo rapporto della Commissione europea per l'efficienza della giustizia colloca ai primi posti in termini di produttività».
E non nasconde che «l'anno 2013 ha visto il ministero della giustizia impegnato a fondo su alcuni temi fondamentali nei più delicati settori di competenza, tutti connotati da una situazione prossima all'emergenza e tutti essenziali per la corretta tutela dei diritti, soprattutto delle persone più vulnerabili».
«Dalla attuazione della riforma ci si attende non soltanto significativi risparmi di spesa, ma, soprattutto, un netto recupero di efficienza in forza della migliore distribuzione della scarse risorse», ha poi sottolineato il Guardasigilli che è tornata a difendere le ragioni della riforma della geografia giudiziaria, la cui attuazione ha «un'importanza strategica». «Il conforto ottenuto dalla riforma in seguito alle sentenze della Corte Costituzionale – ha aggiunto – ci sprona a proseguire senza indugio».
«Con i decreti correttivi, alcuni già adottati e altri allo studio, sarà apportata ogni modifica necessaria – ha assicurato Cancellieri – nella consapevolezza che un'opera di così vaste dimensioni rende certamente opportuno qualche aggiustamento». Il ministro si è detta poi «ben consapevole che il nuovo disegno della geografia giudiziaria, pur nella convinzione della sua indispensabilità, non è stato privo di sacrificio e ha destato non poche preoccupazioni per la classe forense, per i magistrati, per il personale amministrativo e per la comunità locale direttamente interessata, preoccupazioni che sono state condivise anche da molti parlamentari». «Devo dare atto tuttavia che il territorio ha risposto con grande disponibilità – ha aggiunto – dando prova di profonda maturità civica e senso di responsabilità».
Sono «assai incoraggianti» i primi risultati dell'applicazione del decreto sulle carceri, ha detto poi la Cancellieri. «Al 9 gennaio 2014 i detenuti in carcere erano 62.326 (59.644 uomini e 2.682 donne), in progressivo decremento rispetto alla precedente rilevazione del 4 dicembre 2013 quando il numero era di 64.056 detenuti», ha spiegato il ministro.
Quanto a eventuali provvedimenti di clemenza, amnistia e indulto, «qualora assunti, non sarebbero destinati a produrre effetti di breve periodo, come in passato, in quanto si sono adottate e si stanno adottando una serie di misure volte a contenere anche nel futuro i nuovi ingressi in carcere». «Al Parlamento resta poi la responsabilità di scegliere se ricorrere a quegli strumenti straordinari evocati dal presidente della Repubblica – ha ribadito il Guardasigilli – e che certamente ci consentirebbero di rispondere in tempi certi e celeri alle sollecitazioni del Consiglio d'Europa».
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