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Education & Scuola

Tasse sette volte più alte per le paritarie: perché?

Il comune cambia i criteri di calcolo per la Tares delle scuole non statali, che si ritrovano così una tassa sette volte più onerosa dell'anno scorso. Una petizione chiede che vengano equiparati gli importi delle paritarie agli istituti gestiti da enti pubblici e rimborsata la differenza, perché "gli alunni sono tutti uguali"

di Gabriella Meroni

Mancano ormai circa 2500 firme per raggiungere l’obiettivo 20mila a una petizione che chiede al Comune di Milano di equiparare la Tares (la nuova imposta su rifiuti e servizi) versata dalle scuole paritarie a quella delle scuole statali. Le prime infatti hanno pagato quest’anno  un importo maggiorato di sette volte rispetto a quello dell’anno scorso.
“Il regolamento Tares approvato lo scorso 27 giugno dal Comune di Milano”, scrive Raffaella Bianchi, promotrice della petizione, “prevede per le scuole paritarie un criterio di calcolo molto più oneroso rispetto a quello previsto per le scuole statali, di fatto perpetrando un’odiosa discriminazione tra gli alunni a seconda del tipo di scuola frequentato”.
Proprio per ovviare a tale situazione di disparità, la petizione chiede agli amministratori del Comune di Milano “di equiparare l’importo versato dalle scuole paritarie a quello versato dallo Stato per le scuole statali e di rimborsare alle scuole paritarie quanto hanno versato in eccedenza rispetto alle scuole statali”, notando che “questo vertiginoso aumento aggrava la già difficile condizione economica delle scuole paritarie e si ripercuote come una grave discriminazione sulle famiglie e sugli alunni”.
Non è la prima volta che l'amministrazione retta da Giuliano Pisapia si trova nell’occhio del ciclone per le proprie decisioni relative alle scuole paritarie: l’anno scorso analoga iniziativa era stata presa contro l’ipotesi, paventata dal Comune, di non fornire più le derrate alimentari alle scuole paritarie dell’infanzia, ipotesi poi rientrata ma di cui – informano i coordinamenti delle paritarie – si tornerà a discutere per il prossimo anno scolastico.
 


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