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Sostenibilità sociale e ambientale

Aperta in Marocco conferenza sul clima

Gli esperti e poi i ministri dell'ambiente dovranno completare gli accordi firmati a Bonn il 23 luglio scorso sul protocollo di Kyoto

di Gabriella Meroni

Si apre oggi in Marocco un appuntamento cruciale per i negoziati sui cambiamenti climatici e il protocollo di Kyoto. Le delegazioni di 180 paesi riunite a Marrakesh da oggi fino al 9 novembre dovranno decidere le ultime regole per combattere l’effetto serra con misure concrete per ridurre l’anidride carbonica, il principale imputato dell’aumento delle temperature sul pianeta. In particolare gli esperti e poi i ministri dell’ambiente dovranno completare gli accordi firmati a Bonn il 23 luglio scorso quando con un clamoroso colpo di scena gli Stati Uniti sono rimasti isolati rispetto a un blocco compatto formato da Europa, Russia e Giappone decisi ad andare avanti comunque con Kyoto, anche se le misure da prendere sono state in qualche modo rese molto piu’ flessibili e ammorbidite. A Marrakesh -dove sono attesi il ministro dell’Ambiente Altero Matteoli e il direttore generale Corrado Clini- si discutera’ delle sanzioni per i Paesi che non rispetteranno gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto, il contributo dei ‘sinks’, i ‘pozzi’ che assorbono anidride carbonica come ad esempio le foreste e anche le ‘mission trading’, cioe’ un mercato nel quale vengono scambiati i diritti a inquinare in modo da innescare un circolo virtuoso fra le le aziende che abbattono le emissioni inquinanti e quelle che non sono riuscite a ridurre l’inquinamento. Il protocollo di Kyoto e’ stato varato nel 1997 in Giappone ma ad eccezione di 39 paesi minori, nessuno lo ha ratificato. Gli Usa lo hanno firmato ma con l’Amministrazione Bush hanno fatto marcia indietro affermando che ”Kyoto is dead”, cioe’ ”e’ morto”. A Marrakesh sara’ presente una delegazione Usa ma difficilmente Washington cambiera’ idea nella convinzione che i meccanismi previsti siano troppo onerosi per l’economia. Il protocollo prevede tagli del 5,2% delle emissioni di Co2 al 2008-2010 ma per entrare in vigore richiede che lo firmino i paesi responsabili del 55% delle emissioni ma nell’accordo non sono compresi i paesi emergenti. La Ue si e’ impegnata a ratificarlo entro il 2002. Secondo il Terzo Rapporto dell’Ipcc, il Panel di studiosi creato nell’ambito delle nazioni Unite per dare informazioni tecniche e scientifiche sui cambiamenti climatici, approvato a fine settembre a Londra, in assenza di interventi decisi da parte dei governi nei prossimi cento anni la temperatura potrebbe aumentare di 5,8 gradi centigradi, il livello dei mare crescere di 88 centimetri. Fra i rischi quello di un aumento delle anomalie climatiche e degli eventi estremi, come alluvioni e siccita’ che potrebbero provocare effetti ambientali ma anche economici e sociali devastanti soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Sempre secondo l’Ipcc nell’ultimo secolo la temperatura e’ aumentata di circa 0,5 gradi centigradi e il livello medio degli oceani e’ cresciuto tra i 10 e i 20 centimetri mentre la concentrazione di anidride carbonica e’ aumentata di circa il 30%, raggiungendo 380 parti per milione. Sotto accusa in particolare l’impiego dei combustibili fossili come fonte di energia e calore.


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