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Economia & Impresa sociale 

Oltre la crisi, Confcooperative Lombardia ci prova

Nella sua relazione il presidente Maurizio Ottolini presenta un'analisi dei dati delle cooperative di Confcooperative Lombardia e la loro capacità di resistere alla crisi mantenendo un trend sostanzialmente positivo

di Antonietta Nembri

Guarda "oltre la crisi" l'assemblea di Confcooperative Lombardia che si è tenuta questa mattina, martedì 9 dicembre, a Milano. Come ha sottolineato nella sua relazione il presidente Maurizio Ottolini «non perché ci manchi la consapevolezza delle difficoltà strutturali che investono il nostro Paese» ma per il fatto che la cooperazione ha la consapevolezza di poter proporre e diffondere «un messaggio di speranza patrimonio ideale e sostegno irrinunciabile delle persone di buona volontà che rifiutano il declino è mantengono caparbiamente il coraggio di guardare avanti, di continuare con coraggio a prendere l'iniziativa».

Una relazione corposa quella che ha presentato Ottolini, nella quale non sono mancate citazioni da papa Francesco (adi discorsi pronunciati al quarto Festival della Dottrina sociale della Chiesa e al Parlamento europeo),  come anche da Mauro Magatti (ai congressisti è stato distribuito il libro "Generativi di tutto il mondo unitevi").
E non poteva mancare un riferimento ai recenti fatti legati allo scandalo romano. «Confcooperative non è né potrà mai essere la casa delle imprese che violano le leggi, sfruttano le persone, praticano concorrenza sleale» ma allo stesso tempo ha ribadito con forza Ottolini viene rigettato il metodo di fare di tutta l'erba un fascio «vergognoso ed inaccettabile il reiterato tentativo di colpevolizzare tutta la cooperazione a fronte di reati commessi da singole imprese».
 Sull’Alleanza delle Cooperative Italiane che vede protagoniste Confcooperative, Legacoop e Agci Ottolini ha sottolineato come le articolazioni lombarde delle tre associazioni siano «all’avanguardia» nel processo di «progressivo e democratico avvicinamento per costruire in tempi oramai prossimi un’unica Centrale di rappresentanza delle cooperative italiane».

L’assemblea  è stata anche l’occasione per presentare i dati di bilancio delle cooperative di Confcooperative Lombardia: 550mila soci, 2700 cooperative, 80mila occupati per un volume di affari, è stato sottolineato che sfiora gli 8 miliardi di euro. Un sistema di persone e imprese «virtuoso che si fonda sui valori dell’eguaglianza e della solidarietà» ha sottolineato Ottolini nel ricordare che «diversamente da molti altri settori economici, il numero assoluto degli addetti delle cooperative non è diminuito negli anni di questa grande depressione». Gli anni presi in considerazione dall’analisi presentata in assemblea vanno dal 2006 al 2013. Anni nei quali a fronte di una contrazione occupazionale «il movimento cooperativo trainato soprattutto dallo sviluppo della cooperazione sociale e di quella di lavoro (anche se in misura minore nell’ultimo anno) ha registra un aumento complessivo del costo a bilancio destinato a mantenere l’occupazione del 72%, dato di gran lunga superiore rispetto a quello registrato dal totale del settore privato non cooperativo».

Guardando ai bisogni emergenti una forte sottolineatura è andata all’housing sociale con l’invito a «uscire dall’emergenza avendo prospettive di lungo periodo» prendendosi cura delle comunità e dei quartieri piuttosto che “curare” e non potevano mancare i riferimenti ad alcune esperienze positive in atto nella città di Milano come in via Zoia e nel quartiere Stadera. Un ultimo riferimento è stato all’Expo2015 e alla scelta di Confcooperative di collocarsi all’interno della Cascina Triulza, il padiglione dell'economia sociale e della società civile.

Dopo la relazione di Ottolini la parola è passata a Mario Melazzini, assessore di Regione Lombardia alle Attività produttive, ricerca e innovazione. L’assessore Melazzini nel suo intervento ha sottolineato da un lato il fatto che la Lombardia vanta il maggior numero di imprese sociali e cooperative e rivolgendosi ai presenti ha detto «voi siete la forza e la centralità strategica del mondo economico lombardo», un segno questo del «protagonismo della società civile». Riconoscendo poi al mondo cooperativo la «capacità di resistere alla crisi».


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