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La prima volta in Africa di Frankie Hi Nrg

Il rapper italiano ha seguito da vicino le attività del progetto "Diritto di futuro" di Fondazione Acra-Ccs in Zambia. Ecco le sue parole a caldo al ritorno in Italia

di Frankie Hi Nrg

Mai andato in Africa.

46 anni, trascorsi viaggiando volentieri e non ero mai stato in Africa. Quest’anno ACRA CCS mi ha invitato in Zambia, nella provincia di Chipata, a visitare alcuni loro progetti per farmi un’idea di quello che stanno realizzando.

Il primo impatto è stato con la bellezza. Raffinata, multiforme, ancestrale, assoluta. Impossibile abituarcisi, la trovi ovunque, nei bambini e negli adulti, lungo strade battute a piedi, in tutti i villaggi che punteggiano il panorama.

Poi mi sono accorto della pulizia. C’è una grande attenzione all’igiene in luoghi così poveri e remoti e in quei villaggi di fango e paglia non si vede l’ombra di immondizia o avanzi e sul rosso del terreno spiccano solo bambini e caprette: tanti bambini, tantissimi.

Belli e puliti (al netto di qualche moccio), con un’aspettativa  media di vita di 49 anni, in un Paese dall’età media di 16: una nazione di adolescenti.

Tra di loro uno su sette ha la mamma sieropositiva o malata di AIDS e alcuni di loro hanno contratto il virus al momento del parto. Altri soffrono di idrocefalia e le cure sono possibili, ma solo dopo ore (se non giorni) di viaggio massacrante, nei cassoni dei pick-up, a piedi, in bicicletta.

Tutto questo è nascosto dietro la grande bellezza, l’eleganza, l’ospitalità. Sommerso dalla curiosità di ogni studente, in ogni centro comunitario che ho visitato sono stato accolto con canti e balli, invitato a mangiare, a condividere il poco con dignità e sorrisi.

Sempre guardato negli occhi, da tutti.

Le scuole sono degli edifici in mattoni di fango, con due pareti a tutta altezza e muretti laterali alti un metro. Nelle aule una parete è occupata dalla lavagna, a volte ci sono i banchi, il pavimento quasi mai. Presidi, professori e rappresentanti dei genitori chiedono idee e progetti che aumentino la recettività scolastica e la salubrità delle strutture.

ACRA CCS sta lavorando su questi temi, con consulenze specifiche per la realizzazione di orti  accanto alle scuole, così da consentire la creazione di mense autosufficienti e garantire a studenti, professori e genitori un pasto caldo.

Ed in una situazione di drammatica semplicità, il problema dell’acqua è sempre prioritario, ci sono molti pozzi guasti e nei villaggi mancano il know-how e gli strumenti per ripararli: l’impegno di ACRA CCS è di aiutare le comunità rurali a rendersi autonome nella gestione di questo bene essenziale. Così come il progetto di aiutare a costruire latrine sanitariamente sicure, per incoraggiare soprattutto le bambine a frequentare le lezioni, garantendo loro igiene e privacy.

Ecco, questo mi è piaciuto dello stile di ACRA CCS: aiutano a fare le cose.

Immersi nella grande bellezza.

Nota: Il progetto di Fondazione ACRA CCS "Diritto di futuro: cibo e istruzione motori dello sviluppo umano", visitato da Franki Hi nrg, è inserito nella campagna Fame di Vita promossa da Fabbirca del sorriso per il 2015

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