Cultura

Pavia inaugura il Master in “Gestione e riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie”

Il corso, che si terrà da novembre a giugno, si rivolge a laureati di area economica, giuridica e sociale ed è realizzato con il patrocinio dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati. Forma persone qualificate per gestire e valorizzare un patrimonio sottratto alla criminalità e restituito alla collettività per finalità sociali

di Redazione

Il Collegio Universitario S. Caterina da Siena promuove per l’anno accademico 2015-2016 con il patrocinio dell'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) un Master di I livello in “Gestione e riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie”, riconosciuto dall’Università di Pavia e realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali.

Di durata annuale e destinato a un massimo di 30 partecipanti, il Master si propone, attraverso un corpo docente altamente qualificato e costituito da esperti nel settore, di formare professionalità che possano operare nella gestione e nell’utilizzo ai fini sociali dei beni confiscati alle mafie, dalla fase della custodia, a quella della confisca e a quella della successiva assegnazione.

Secondo gli ultimi dati dell’Anbsc, sono circa 10.500 i beni immobili attualmente sequestrati nel nostro Paese. La Lombardia, quinta regione in Italia dopo Sicilia, Campania, Calabria e Puglia, è la prima regione del Nord per quantità di immobili, aziende e società sequestrate e la stessa provincia di Pavia spicca per numero di beni confiscati: alla luce di queste considerazioni, nasce l’esigenza di concretizzare un percorso formativo post laurea che si prefigga l’obiettivo di formare laureati in Studi Economici, Giurisprudenza e Scienze Politiche, che abbiano la volontà di qualificarsi come amministratori giudiziari o come professionisti preparati a operare nelle pubbliche amministrazioni, negli enti locali e nelle organizzazioni del terzo settore, in particolare delle cooperative sociali, di associazioni di volontariato e di associazioni di promozione sociale, per l’assegnazione e la gestione di beni confiscati alle mafie.

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