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Non solo scuole aperte: l’esperienza dei Community Hub canadesi

Una nuova legge dell'Ontario prevede di creare centri di comunità utilizzando soprattutto scuole e altri spazi pubblici poco sfruttati, per il coordinamento e la fornitura di assistenza sanitaria, sociale, istruzione e altri servizi. Ecco come funziona

di Gabriella Meroni

Una nuova legge ha visto da poco la luce nello stato dell’Ontario, in Canada, che sta promuovendo un piano per creare community hubs, centri di comunità, utilizzando spazi pubblici sottoutilizzati, soprattutto scuole. Ne dà notizia un interessante articolo pubblicato sul sito del Ciessevi . L'idea è quella di coordinare e fornire assistenza sanitaria, sociale, istruzione e altri servizi per «promuovere l'uso efficiente dei beni pubblici e costruire migliori relazioni tra scuole, comuni e organizzazioni della comunità», come ha dichiarato il premier dello Stato, Kathleen Wynne.
L'Ontario conta attualmente oltre 13 milioni di abitanti, ma vsto che si prevede un incremento della popolazione del 31 per cento nei prossimi due decenni, il governo sta pensando a come tenere il passo con le complesse esigenze di una popolazione crescente e variegata. Inoltre, la riduzione di risorse economiche richiede un'attenzione sulla ricerca di modalità di sistema più intelligenti per offrire servizi adeguati con meno soldi a disposizione.
I Community hub – nota ancora l'articolo – offrono una serie di vantaggi per rispondere a queste sfide, come il miglioramento delle opportunità di apprendimento e del benessere degli studenti grazie alla partnership tra scuole e territorio, o alla possibilità di concentrare in un unico spazio una serie di servizi rivolti alle famiglie. Un migliore accesso ai servizi mediante un hub comunitario permette di accedere a una più ampia gamma di opportunità mettendo in connessione i cittadini tra loro.
Dopo un iter che ha previsto più di 70 incontri con 350 organizzazioni, il gruppo consultivo che ha ricevuto l’incarico da Governo ha pubblicato una serie di raccomandazioni per rivedere le politiche provinciali, ricercare le migliori pratiche e sviluppare un quadro di riferimento per l'adeguamento di immobili pubblici esistenti a diventare hub della comunità. Il documento, in 28 punti, vuole contribuire al passaggio da edifici pubblici in disuso a questi centri ibridi, il cui obiettivo è diventare luoghi in cui le persone si incontrano anche per progettare insieme. Infatti nessun hub è simile a un altro perché riunisce una varietà di attività sociali diverse in risposta alle richieste della singola comunità locale.


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