Mondo
22mila migranti accolti dalla Chiesa
La CEI ha contato 1600 strutture messe a disposizione da parrocchie, diocesi e istituti religiosi, che ospitano in questo momento 22mila migranti. In arrivo un Vademecum per l'accoglienza, che sarà inviato a tutti i Vescovi
di Redazione

Sono oltre 22mila i migranti ospitati in circa 1.600 strutture di diocesi, parrocchie, comunità religiose e famiglie. Sono i numeri dell’accoglienza fatta dalla Chiesa in Italia, secondo i dati raccolti dalla CEI fra le Conferenze Episcopali Regionali. «Il riconoscimento degli altri come condizione per realizzare se stessi porta a sentirsene responsabili, specie quando hanno il volto del debole e del bisognoso. Di qui l’attenzione che il Consiglio Permanente ha dedicato all’individuazione delle forme migliori con cui promuovere una risposta effettiva ed efficace all’appello del Santo Padre circa l’accoglienza di una famiglia di immigrati in ogni parrocchia, comunità religiosa, santuario o monastero», ha scritto il Consiglio Permanente della CEI.
La CEI ha lavorato a un Vademecum con cui accompagnare le diocesi e le parrocchie, che sarà inviato a breve a tutti i Vescovi. Il documento indica forme, luoghi e destinatari, aspetti amministrativi, gestionali, fiscali e assicurativi. Attenti come sempre alla dimensione educativa, i Vescovi hanno precisato che di tale percorso è parte anche la fase di preparazione all’accoglienza, quindi l’informazione – che consente di conoscere chi arriva e le cause dell’immigrazione forzata – e la formazione, volta a preparare le comunità, associazioni, famiglie e realtà del territorio che accoglie.
Intanto sono più di ottanta le parrocchie e gli istituti religiosi di Roma che hanno dato la disponibilità per accogliere almeno un rifugiato dopo l’appello di Papa Francesco. Alla scadenza del 30 settembre, non definitiva, 62 parrocchie, 13 istituti religiosi, 2 seminari, 2 case famiglia e 2 istituti pontifici hanno aderito alla proposta della Caritas per la “prima accoglienza” – rivolta a richiedenti protezione internazionale ancora non riconosciuti che saranno inviati dalla Prefettura di Roma – o per la “seconda accoglienza”, per rifugiati già riconosciuti e che hanno terminato il periodo di assistenza nel circuito dell’accoglienza dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) cui aderisce la Caritas stessa.
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