Famiglia
“A Corto di Donne” due italiane tra le vincitrici
Quarta edizione della rassegna. Un'inglese originaria di Teheran, una californiana, e due italiane le vincitrici delle sezioni videoarte, documentari, fiction e animazione.
di Redazione
Si è conclusa la IV edizione di “A Corto Donne”, concorso internazionale di cortometraggi al femminile che si è svolto al multisala Sofia a Pozzuoli a fine giugno.
Ecco i nomi delle vincitrici nelle quattro sezioni
Sezione Animazione
“And life went on” di Maryam Mohajer, di Londra.
Teheran, Iran, 1985. Conflitto Iran/Iraq. Allarme di incursione aerea. Tutti i vicini scendono di corsa nel rifugio sotterraneo. Allora, cosa sta per succedere in questo rifugio? Ogni donna piangerà e urlerà mentre ogni uomo rabbrividisce e si morde i baffi con rabbia e paura?… Resterete sorpresi!
Motivazione del riconoscimento: Il cortometraggio riesce a costruire un impianto narrativo completo, capace di alleggerire la drammaticità dell’evento descritto con toni e movimenti delicati e di chiaro gusto femminile. La semplicità ed immediatezza del tratto, caratteristica proprie della potenza espressiva dell’animazione, sostengono la sconvolgente prevedibilità del finale.
Sezione videoarte
“Dove sono nata” di Emma Cianchi, di Pozzuoli.
Spazio bianco, dimensione vuota e separata. spazio bianco strappato alla realtà per farsi abito: foglia- stoffa-terra: un vortice, una spirale in cui tutto affoga, e tutto riemerge come da un grembo. come da un uovo. come da un nido.
Motivazione del riconoscimento: per l’originalità e le caratteristiche di alcune soluzioni narrative. L’opera si distingue per l’utilizzo della colonna sonora, di particolare intensità, come elemento strutturale del video. La giuria ha tenuto conto nella sua scelta del fatto che il lavoro è inedito e viene presentato per la prima volta a un concorso.
Cianchi è coreografa di fama nazionale che vanta numerosi premi e collaborazioni con il panorama internazionale della danza. Co-direttore artistico compagnia “Borderlinedanza”; co-direttore artistico “Artgarage”, centro di formazione e produzione arte danza e teatro.
Sezione documentari
“Amelia” di Chiara Idrusa Scrimieri di Lecce.
Amelia passa il tempo, o aspetta che il tempo passi, a 94 anni. Scrive, legge, si soffia il naso, lancia un’occhiata miope alla televisione, fa ginnastica. Sogna di stare in un’isola deserta, sola e nuda, o immersa nell’acqua, come da giovane.
Motivazione del riconoscimento: Perché testimonia la voglia di vivere, con vitalità ed ironia, anche la condizione della vecchiaia. Inoltre la scelta di una narrazione bianco e nero contribuisce a dare essenzialità e suggestione al difficile tema.
Laureata in Storia dell’arte, Chiara Idrusa Scrimieri lavora tra l’Emilia Romagna e il Salento. A Bologna è docente dei laboratori didattici di riprese e montaggio presso la Cineteca Comunale e fa parte del laboratorio sperimentale dell’audiovisivo Ipotesicinema diretto da Ermanno Olmi.
Sezione fiction
“Isabel” di Shawna Baca di Santa Monica, Usa.
Un uomo contempla le strane apparizioni di una bambina di sei anni.
Motivazione del riconoscimento: È un vero esemplare di cortometraggio drammaturgicamente rigoroso anche dal punto di vista stilistico. In quattro minuti senza indugiare sull’estetica riesce ad entrare in profondità nel sentimento della perdita.
La manifestazione è stata organizzata dall’associazione culturale “Quicampiflegrei” e dal “Coordinamento Donne Area Flegrea”
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