Non profit
A Dynamo Camp cè in gioco la felicità
È tra i progetti privati filantropici più grandi esistenti oggi in Italia. (di Vincenzo Manes)
di Redazione
"Ma ne vale la pena?" È questa la domanda che mi sono posto da quattro anni a questa parte e cioè da quando è partito il progetto Dynamo Camp. È una domanda che mi è venuta spontanea quando varie volte mi sono sentito dire «ma chi te lo fa fare», o quando l?angoscia di non farcela e di deludere le aspettative di molti prendeva il sopravvento sull?entusiasmo o quando, ad una settimana dall?apertura, niente sembrava finito e pronto per accogliere i primi bambini. Ho affrontato spesso situazioni molto complesse nella mia vita di imprenditore, ma nessuna mi è sembrata in certi momenti così insormontabile come quella di Dynamo Camp. La mattina del 28 luglio scorso, quando l?ultimo ragazzino ospite della prima estate del Dynamo Camp è andato via, mi sono finalmente dato una risposta a quella domanda. E la risposta è stata: «Sì, ne vale la pena, eccome se ne vale la pena!». I motivi sono tre: personale, aziendale, infine il terzo si chiama felicità.
Grazie, caro Paul
Dieci anni fa, quando ho incominciato ad interessarmi di non profit e di filantropia, attraverso la partecipazione al giornale Vita, avevo in realtà una grande aspirazione: quella di costituire una fondazione attraverso la quale realizzare e gestire progetti non profit applicando ad essi la conoscenza e l?esperienza del business. È esattamente con questa idea che nel 2003 abbiamo costituito Fondazione Dynamo. E poi ad un certo punto una signora, che avevo conosciuto da poco, mi racconta la sua esperienza personale in un camp gestito da Paul Newman: suo figlio, ammalato di cancro al ginocchio (problema poi risoltosi felicemente), aveva frequentato il camp per due anni. La sua esperienza era stata talmente fantastica che una volta guarito ci è ritornato a fare il counselor.Non so perché, ma nel preciso momento in cui me lo raccontava, avevo capito che avevamo finalmente trovato il nostro progetto. In due parole significava ?rendere felici dei bambini che avevano avuto sfortuna?. Quell?idea sembrava fatta apposta per noi. Di lì l?incontro con Paul Newman nella sua casa a New York, il business plan, l?ammissione alla provisional membership di Hole in the Wall Camp, e poi i lavori di costruzione, il team, i mille particolari, tutto bellissimo, tutto entusiasmante, ma quanta fatica e soprattutto quanta paura!Comunque oggi, a quattro anni di distanza, sono contento e soprattutto orgoglioso perché il sogno è diventato realtà, e non era affatto scontato. PerchéDynamo Camp è tra i progetti privati filantropici più grandi esistenti oggi in Italia. Perché Dynamo Camp fa parte di una delle principali organizzazioni filantropiche americane; perché quasi tutti gli obiettivi che ci eravamo posti sono stati raggiunti nei tempi e nei modi previsti; ma soprattutto perché tutto quello che è stato fatto, è stato fatto bene, e cioè in maniera professionale, e seria.
Un progetto integrato
Il secondo motivo di felicità è di carattere aziendale: due anni e mezzo fa, quando sono andato a Limestre per la prima volta, ne sono rimasto incantato. Dopo poco avevo deciso che quella sarebbe stata la casa ideale di Dynamo Camp. Oggi, dopo due anni e mezzo, credo che quella decisione impulsiva sia stata corretta. Con un progetto integrato che ha previsto l?apertura di un luogo magico come Limestre alla comunità locale, prima attraverso la creazione dell?Oasi del WWF (settembre 2006), poi attraverso la creazione di Dynamo Camp (luglio 2007), e nel 2008 attraverso la realizzazione di un progetto, attualmente allo studio, riguardante una scuola o campus universitario dedicato allo studio ed alla conservazione della natura tale da utilizzare la struttura per 12 mesi all?anno. Credo e spero che l?obiettivo di dare nuova energia economica al territorio, possa intendersi realizzato. Credo anche che sia per il Gruppo Kme (uno dei primi dieci gruppi industriali del Paese) motivo di orgoglio aver deciso più di due anni fa, in netto anticipo sui tempi, di cominciare un?attività di responsabilità sociale e di attenzione alla comunità, oggi tema di grande attualità e di dibattito in Italia.
Fermare il tempo
Rimane il terzo motivo: la felicità, che è poi quello più importante. Ho ascoltato una volta Paul Newman dire in una presentazione che quello che un bambino ti restituisce, è molto più di quello che tu hai dato a lui aiutandolo. Porto ad esempio le parole di un ragazzo diciassettenne, ospite del Camp, affetto da patologie oncoematologiche che nel laboratorio di scrittura creativa ha scritto: «Se potessi fermare il tempo? Userei questo potere per vivere all?infinito le situazioni più svariate e piacevoli di questo mondo. Quando la vita è dura con te, ecco quando potresti fermare il tempo: riusciresti a far vivere una persona in fin di vita per sempre, riusciresti a trascorrere attimi splendidi e infiniti con la persona che ami, riusciresti ad esaudire i desideri più sfrenati, tuoi e delle persone cui tieni di più al mondo… Ma soprattutto rimarrei in questo incredibile posto per tutto il tempo necessario a conoscere ogni granellino di terra, ogni sassolino, ogni piccolo angolo, un fantastico posto fatto di luoghi e persone splendide, circondate da un alone di situazioni che contribuiscono a far diventare tutti più amici, più fratelli… Dynamo camp».L?ultima sera della prima settimana di vita del Camp una bambina di 8 anni, a cui era stato chiesto di esprimere quale fosse il sentimento che più rappresentava la sua settimana, non ha avuto esitazioni ed ha risposto: la felicità. Ma la felicità in questo campo è un sentimento reciproco. Infatti nell?ultimo libro di Bill Clinton, intitolato Giving, la conclusione è una domanda: donare ci può dare la felicità? Noi di Dynamo Camp conosciamo la risposta…
Vincenzo Manes
presidente di Fondazione Dynamo
Cos?è
Dynamo Camp è a Limestre, nell?Appennino tosco-emiliano. Voluto e creato da Fondazione Dynamo, fa parte della famiglia degli Hole in the Wall Camps fondati da Paul Newman. È nato per accogliere gratuitamente per periodi di vacanza e svago bambini affetti da patologie gravi, croniche e che comportano pericolo di vita, nel periodo di post ospedalizzazione e/o in fase di remissione dalla cura, in un ambiente naturale protetto. Il debutto nel luglio 2007. Ospitati 60 bambini dai 7 ai 16 anni, affetti da patologie oncologiche e ematologiche provenienti da dieci centri di Oncoematologia del Paese.
Dynamo Camp
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