Non profit
A Milano l’integrazione torna al centro della città
Il Gruppo del capoluogo non si occuperà più solo di periferie
di Redazione
«Non lavoriamo con grandi numeri», precisa la presidente Patricia Sartorio del Gruppo di volontariato vincenziano di Milano.
«Ci caratterizziamo per seguire a 360 gradi
il percorso di rinascita della persona, che va dalla cura alla ricerca del lavoro»Il 2009 ha visto un leggero ritorno verso il centro cittadino, dopo anni in cui l’attività si era spostata nelle periferie. «Per questo abbiamo sviluppato lo Sportello di ascolto di via Ariberto, che sino a qualche tempo fa era soprattutto la nostra sede amministrativa», esordisce Patricia Sartorio (nella foto), presidente del Gruppo di volontariato vincenziano di Milano. «Abbiamo riscontrato situazioni di solitudine da parte di anziani. Attraverso le nostre visite domiciliari ci rendiamo conto delle reali esigenze. Con gli immigrati facciamo anche un servizio di segretariato sociale, gli diamo informazioni circa i servizi sanitari, i centri di assistenza, le parrocchie, le varie associazioni».
Il progetto del Centro di ascolto nel 2009 è stato sostenuto dalla Provincia di Milano. «Lo abbiamo ripresentato con ulteriori sviluppi anche per il 2010. L’anno scorso è stata una sperimentazione, i risultati sono stati positivi, c’è un’esigenza da parte dei cittadini e cerchiamo di rispondere alle loro domande. Grazie al contributo delle istituzioni è stato possibile avvalerci di un operatore sociale». Il centro di via Ariberto è diventato anche sede per la residenza anagrafica. «Chi perde la casa, come ad esempio i senza dimora, ha il cosiddetto blocco anagrafico ma esiste la possibilità di eleggere una residenza in uno dei centri autorizzati dal Comune. Questa registrazione permette alla persona di poter usufruire di determinati servizi di assistenza».
«Non lavoriamo con grandi numeri», precisa Patricia Sartorio. «Ci caratterizziamo per seguire a 360 gradi il percorso di rinascita della persona. Aiutandola a guarire dalle dipendenze, da problemi di salute e a trovare un lavoro».
L’anno scorso è stato decisivo anche sul fronte delle attività della casa di accoglienza. «Stavamo pensando di ridimensionare la nostra presenza perché sino ad un paio di anni fa non c’erano richieste. Poi invece il servizio è tornato ad essere molto richiesto. La casa dell’accoglienza, che è una struttura delle suore Figlie della Carità, ospita donne sole che sono convalescenti dopo un ricovero in ospedale, oppure i parenti che devono accudire un malato negli ospedali milanesi. La casa è diventata un punto di riferimento per le ex pazienti e alcune di loro fanno volontariato». Un’altra importante attività è quella del doposcuola che a Milano si svolge in quattro centri di aggregazione giovanile.
Tutte queste attività sono svolte anche grazie all’apporto dei volontari. Che mancano. E per questo che il 2010 del Gruppo di volontariato vincenziano di Milano si apre con una campagna di ricerca volontari. Patricia Sartorio si augura: «Ci piacerebbe riuscire a coinvolgere di più nelle nostre attività i giovani pensionati».
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.