L'evento
A Piacenza giovani e scuole conquistano il Festival
Oltre 300 studenti e docenti hanno animato Palazzo Farnese, uno dei centri nevralgici delle quattro giornate del Festival del pensare contemporaneo: dal prossimo anno saranno i giovani a introdurre gli ospiti della manifestazione. Alessandro Fusacchia: «Edizione che ha segnato una fase di maturità per il Festival, offrendo non solo occasioni di incontro ma veri e propri strumenti di riflessione critica». Il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi: «Proposta culturale innovativa e articolata». E la sindaca Tarasconi ha annunciato durante la serata finale la candidatura di Piacenza a Capitale Europea della Cultura 2033
di Alessio Nisi

Una edizione che «ha segnato una fase di maturità per il Festival, offrendo non soltanto occasioni di incontro ma veri e propri strumenti di riflessione critica». «Dopo l’invito del presidente della Repubblica della scorsa edizione, abbiamo avvertito la responsabilità di costruire un programma che non si limitasse a proporre occasioni di incontro, ma che fosse capace di andare in profondità, offrendo al pubblico strumenti di riflessione autentici. Con il tema delle Vite svelate, il Festival ha messo al centro la vulnerabilità come tratto essenziale dell’esperienza umana, dando voce in particolare alle nuove generazioni».

Perché il pensiero, quando è condiviso, non è evasione ma un modo più profondo di abitare il presente. Così Alessandro Fusacchia, Maura Gancitano e Andrea Colamedici, rispettivamente curatore e direttori filosofici del Festival del pensare contemporaneo, rassegna alla terza edizione che ha animato le strade, le piazze e i palazzi di Piacenza dall’11 al 14 settembre.
Piacenza si candida
La città è già pronta per la quarta edizione, in programma dal 17 al 20 settembre 2026. Non solo. Ha annunciato la sindaca Katia Tarasconi: «In chiusura del Festival voglio condividere con voi un annuncio importante: Piacenza si candida a Capitale Europea della Cultura 2033. Non è un sogno astratto: il titolo viene assegnato ogni anno a due città di paesi diversi, secondo un calendario di rotazione. Non ci si può candidare in qualunque anno, ma quando tocca al proprio Paese: nel 2033 toccherà all’Italia vogliamo giocarci questa occasione».
A condividere incontri, laboratori, lectio, concerti filosofici e dibattiti sul tema Vite svelate – Esporsi/scoprirsi (la vulnerabilità come risorsa e forza collettiva) sono state 25mila persone (più di 200 gli ospiti tra italiani e internazionali per 80 appuntamenti) in cui determinante è stato l’impegno dei 77 volontari, che hanno accompagnato e supportato il pubblico in ogni tappa del percorso.

Un ruolo centrale è stato affidato alle scuole: per quattro giorni, oltre 300 studenti e docenti provenienti da venti regioni italiane hanno animato Palazzo Farnese, trasformandolo in un laboratorio di confronto fra arti e scienze. A partire dalla prossima edizione saranno proprio i giovani a introdurre gli ospiti del Festival, a conferma della scelta di dare spazio e voce alle nuove generazioni.
Proprio come aveva anticipato Alessandro Fusacchia a Vita: «Non vogliamo parlare dei giovani, ma vogliamo parlare con i giovani e vogliamo che siano i giovani a parlare per loro e con noi».
Vitalità, qualità e organizzazione efficace
La vitalità di Piacenza in questi giorni conferma la reputazione che il Festival si è conquistato per notorietà e apprezzamento, ha sottolineato il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi. «L’allargamento della rete dei partner culturali e tecnici è il segno del suo progressivo radicamento, a livello locale e nazionale, mentre il rafforzamento del tessuto di sponsor, sostenitori e mecenati della manifestazione costituisce le fondamenta per la sua sostenibilità in termini economici».

Un quadro complessivo, aggiunge, «che si è configurato grazie a una proposta culturale innovativa e articolata e a un’organizzazione efficace ed accogliente. È la strada della qualità, quella su cui occorre proseguire anche per le prossime edizioni, perché essa paga in termini di attrattività di pubblico, capacità di generare indotto e di attrarre risorse per il territorio».
In apertura e nel testo immagini dalla giornata inaugurale del Festival del pensare contemporaneo 2025. Credits Ufficio stampa. La foto di Roberto Reggi è di Giampaolo Cerri per Vita.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.