Non profit
A Salerno si sono inventati il Fondo che fa vincere tutti
Fondazione di comunità/3
di Redazione

Come prima cosa dovevamo stimolare la cultura del dono, inteso non come forma di elemosina ma come strumento di partecipazione al bene comune»: è una premessa importante quella di Giovanni Vietri (in foto), che presiede la Fondazione di comunità salernitana, costituita con il sostegno della Fondazione con il Sud nel 2009. «Per questa ragione, dopo uno studio durato parecchi mesi, abbiamo compreso di dover lavorare su due obiettivi in parallelo: da una parte, la raccolta del patrimonio per costituire la fondazione; dall’altra, un’opera “pedagogica” per spiegare l’utilità di questo strumento». Così si è formato il comitato promotore, composto da 63 realtà e istituzioni che già avevano legami con la comunità, e si è arrivati alla costituzione con 500mila euro di patrimonio. Dopo questo primo passo, il lavoro è stato di vera e propria ingegneria sociale: «Per poterci presentare come una cassaforte credibile a disposizione della comunità, dovevamo coinvolgere sempre più realtà».
Un coinvolgimento perseguito in una logica di partecipazione diffusa, di comprensione profonda delle opportunità e di trasparenza. Un ruolo chiave l’ha avuto il meccanismo dei fondi: «Con i soggetti che via via si avvicinavano alla fondazione abbiamo creato dei fondi con cui finanziare progetti specifici. Per esempio, quello realizzato con l’Autorità portuale, per il quale l’azienda mette il corrispettivo di un’ora di lavoro e il dipendente fa altrettanto: serve per costruire asili nido o sostenere il diritto allo studio dei figli dei lavoratori». È un gioco in cui tutti vincono: il fondo che permette di assumere rapidamente iniziative a favore della collettività, la fondazione che incrementa il suo patrimonio, la comunità perché sperimenta forme di partecipazione e di fiducia che lasciano il segno. Non è un caso che le risorse oggi disponibili siano 2 milioni («e non è facile fare raccolta al Sud, in tempi di crisi). «Con questo denaro sosteniamo iniziative anche piccole chiedendo a chi partecipa ai bandi di co-finanziare e a chi mette a disposizione delle risorse di condividere le scelte. È un percorso lungo, ma così la partecipazione e l’attitudine al dono possano diventare fenomeni ordinari».
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