Mondo
ABRUZZO. Caritas non abbandona i terremotati
Caritas italiana fa il punto a due mesi dal sisma
di Redazione
Un primo bilancio del periodo di emergenza accanto alla Caritas di L’Aquila e alla popolazione colpita e la prosecuzione del piano di prossimità e di accompagnamento nella prospettiva della ricostruzione. È quanto emerge dal report messo a punto da Caritas Italiana, mentre nelle diverse zone si fa sempre più consistente e continuativa la presenza delle Delegazioni regionali con operatori e volontari. Arrivano ancora le offerte raccolte durante la colletta nazionale di domenica 19 aprile 2009 e sono già pervenuti oltre 15 milioni di euro a Caritas Italiana, ai quali si aggiungono i 5 milioni messi a disposizione dalla Cei.
A due mesi dal sisma che ha sconvolto il territorio aquilano nella notte tra il 5 e 6 aprile 2009, si contano 308 vittime tra la popolazione, poco più di 58.000 sfollati e circa 1.200 persone rientrate nelle proprie abitazioni. La popolazione sfollata rimane distribuita tra campi allestiti dalla Protezione Civile, campi spontanei, alberghi dislocati nel territorio abruzzese e marchigiano, e abitazioni private.
Sono iniziati in questi giorni i lavori di urbanizzazione delle 20 zone di ricostruzione individuate, unitamente all’assegnazione dei primi appalti che dovrebbero portare alla realizzazione di case asismiche per 13mila sfollati entro i prossimi mesi. Le incertezze riguardanti il periodo di definitivo smantellamento dei campi di tende accrescono, specie tra le fasce più deboli, le preoccupazioni per il precoce inverno aquilano.
Fin dai primi giorni dopo il sisma la rete Caritas si è massicciamente attivata per soccorrere la popolazione bisognosa attraverso interventi di varia natura. Le Delegazioni regionali Caritas, da tempo in contatto con le zone di gemellaggio, stanno intensificando in questi giorni la loro presenza nella vita delle comunità locali con la dislocazione di propri operatori fissi in loco che vivranno e lavoreranno fianco a fianco della popolazione, almeno fino al 31 dicembre 2009.
La loro presenza si inserirà in un progetto ampio e coordinato di gemellaggio volto a offrire a tutta la popolazione terremotata un aiuto omogeneo e pensato su misura per i loro bisogni. I referenti di ogni delegazione offriranno una presenza di accompagnamento e servizio, propri dello stile Caritas che consiste nel mettersi al servizio degli ultimi e dei bisognosi, ovunque essi si trovino, intraprendendo comuni cammini di rinascita.
Prosegue inoltre il lavoro delle delegazioni Caritas straniere che si sono avvicinate alla popolazione dell’Abruzzo, interessandosi prevalentemente a interventi di ricostruzione, che sono in corso di valutazione da parte di Caritas Italiana e Caritas Diocesana di L’Aquila.
Gli interventi di ricostruzione mirano prioritariamente a offrire alla popolazione terremotata luoghi adatti alla ripresa delle attività e della vita pastorale, che in questo momento costituiscono fondamentali spazi di incontro comunitario e di nutrimento dello spirito.
In questo periodo di intenso lavoro la Caritas Diocesana di L’Aquila può contare sull’aiuto e il sostegno delle molte organizzazioni che hanno dato la propria disponibilità a essere vicine alla popolazione, con le proprie risorse di volontari. Tra queste ricordiamo Azione Cattolica Italiana, ACLI, Università Pontificia Salesiana, Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII e molte altre con cui sono in atto comunicazioni per meglio definire lo stile di presenza. Tutte queste organizzazioni nella piena condivisione dello stile e spirito Caritas si stanno accostando alla popolazione ed ai suoi bisogni, in atteggiamento di servizio e prossimità.
Nei giorni scorsi la Caritas diocesana di L’Aquila è riuscita a riunire nuovamente gran parte dei propri volontari che hanno rinnovato, nonostante le difficoltà dovute alla loro condizione di terremotati, il loro impegno appassionato e gratuito al servizio degli ultimi. Anche grazie alla loro opera a breve saranno riattivate le funzioni e i servizi con cui la Chiesa locale cerca di fare fronte a vecchie e nuove povertà, alcune delle quali generate o acuite dal terremoto. Si tratta di: Centro di Ascolto, Osservatorio delle povertà e delle risorse, Laboratorio Caritas parrocchiali, Ufficio legale per le fasce deboli della popolazione, ufficio Servizio Civile, Servizio Immigrazione ed Educazione alla Mondialità, progetto POLICORO.
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