Welfare

Accordo sugli appalti per le pulizie

Erano 24mila i lavoratori che rischiavano di essere licenziati. Il commento di Confcooperative e Legacoop

di Redazione

Pace fatta. O quasi. E’ stato firmato il 14 giugno, dopo una lunga trattativa, presso il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali un accordo tra le organizzazioni sindacali e i rappresentanti del ministero dell’Istruzione e del Dipartimento per gli Affari Regionali che avvia a soluzione la questione degli appalti di pulizia nelle scuole. 

L’accordo, che riguarda i lavoratori ex LSU (Lavori socialmente utili) e i cosiddetti “appalti storici”, garantisce la continuità occupazionale e reddituale anche attraverso misure di cassa integrazione in deroga. Si tratta di oltre 24.000 lavoratori che dal 1 luglio rischiavano di essere licenziati e per molti dei quali erano già state avviate le procedure di mobilità.

La Direttiva del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del dicembre scorso, che prevedeva tra le altre cose che le scuole acquistassero singolarmente e autonomamente il servizio, è stata ritirata ed è stato proposto il prolungamento dei contratti in essere fino all’indizione di nuove gare d’appalto, con il supporto di CONSIP Spa (società per azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze), che saranno su base regionale o comunque su una ampia base territoriale.

«Non bisogna ignorare, però, che a fronte di tali apprezzabili e nuovi indirizzi, il MIUR ha apportato un drastico taglio alle risorse» dicono congiuntamente Fise Anip/Confindustria – Federlavoro e Servizi Confcooperative – Legacoop Servizi. E aggiungono: «il settore delle pulizie scolastiche nel futuro dovrà essere caratterizzato da stabilità, con standard di servizio adeguati alla tipologia di utenza e tendenzialmente omogenei sul territorio nazionale, erogato da imprese con elevati requisiti in termini di affidabilità e capacità; ciò non potrà che rappresentare una ulteriore garanzia, innanzitutto per gli utenti e gli operatori del mondo della scuola – studenti, insegnanti, personale ATA – e per tutte le maestranze impegnate nel servizio stesso».

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