Non profit

Acli, bene il ministro Riccardi

Da Olvero l'apprezzamento per il riferimento alla cooperazione internazionale come strumento di formazione

di Redazione

La posizione espressa dal ministro Riccardi sul tema dell’immigrazione è piaciuta alle Acli. «Le dichiarazioni del ministro Riccardi esprimono sicuramente un salto di qualità dalla parte delle istituzioni nell’approccio al tema dell’immigrazione e della cooperazione internazionale. Ci auguriamo che quanto affermato oggi alla Camera corrisponda agli impegni concreti che l’intero Governo intende assumere già nell’immediato».
Lo afferma il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, commentando l’intervento in Commissione affari costituzionali del ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione. «Abbiamo apprezzato in particolare il riferimento alla cooperazione internazionale come strumento possibile di formazione e come veicolo privilegiato di immigrazione qualificata». «Da anni – spiega Olivero – le Acli lavorano con i propri progetti per attivare percorsi di immigrazione circolare, che consentano ai cittadini stranieri di giungere in Italia con un portafoglio di competenze e di conoscenze acquisito e riconosciuto, ma anche eventualmente di tornare nel Paese di origine dopo un periodo di formazione e lavoro in Italia. In questo senso la cooperazione internazionale può divenire volano di integrazione e di sviluppo economico».
 
Quanto agli immigrati che lavorano in Italia, le Acli condividono la proposta del ministro di prolungare a un anno il permesso per ricerca lavoro. E aggiungono la richiesta di portare da 1 anno a 2 anni il tempo di durata del primo permesso di soggiorno, e da 2 a 4 anni la durata del permesso rinnovato. «Una misura che consentirebbe – afferma il presidente delle Acli – di facilitare la vita degli immigrati regolari, ma anche di alleggerire i carichi di lavoro degli sportelli immigrazione della pubblica amministrazione».
 
Resta quindi il problema dell’assenza di un nuovo decreto flussi per l’anno in corso. «Per favorire ulteriormente il contrasto all’immigrazione irregolare e ripristinare la legalità anche in questo campo – afferma Olivero – sarebbe utile emanare un decreto per l’emersione del lavoro nero, che riguarderebbe circa 500mila stranieri che oggi vivono nel cono d’ombra dell’illegalità. Un provvedimento a “somme positive” che permetterebbe allo Stato di incassare, secondo alcune stime, circa 5 miliardi di euro».

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