Non profit
Acli, serve legge quadro
E' la richiesta delle Acli in audizione alla Commissione lavoro della Camera
di Redazione
«Serve con urgenza una legge quadro sulla formazione continua: misure limitate e settoriali non sono sufficienti. Chi resta fuori dalla formazione è più esposto alle conseguenze della crisi». E’ quanto ha affermato il responsabile del dipartimento lavoro delle Acli Maurizio Drezzadore nell’audizione di questa mattina alla Camera dei deputati di fronte alla Commissione lavoro, sul tema del riconoscimento e sulla promozione del diritto alla formazione e allo sviluppo professionale.
L’Italia – denunciano le Acli – è agli ultimi posti in Europa per l’accesso alla formazione degli adulti. Chi resta fuori dalla formazione è più esposto alle conseguenze della crisi e ai rischi di marginalità sociale. Per affrontare questa situazione, ha spiegato Drezzadore: «non sono più sufficienti misure limitate e settoriali, ma occorre mettere mano alla costruzione di un sistema nazionale di formazione», con cui lo Stato provveda innanzitutto a definire i livelli essenziali delle prestazioni, «senza i quali sarà impotente nell’orientare il molteplice compito delle Regioni». «L’insufficiente indirizzo statale – ha sottolineato – è oggi il principale motivo dell’anarchia di modelli esistenti e della conseguente mancanza di un’adeguata certificazione delle competenze».
La legge, proseguono le Acli, dovrebbe essere orientata a costruire «una forte sinergia tra tutti gli attori coinvolti» – ministero del lavoro, dell’istruzione, regioni, quindi gli enti di formazione professionale, le parti sociali, gli enti bilaterali, il sistema scolastico, le aziende – al fine di dar vita a «sistemi territoriali integrati», in grado di soddisfare «due esigenze complementari: una larga più diffusione di competenze e saperi trasversali tra lavoratori, l’acquisizione di competenze orientate all’effettive esigenze del tessuto produttivo e di servizi».
Per rendere «concretamente esigibili» i diritti di formazione, infine, le Acli chiedono «misure di deducibilità fiscale che consentano di abbattere i costi sostenuti da ogni cittadino-lavoratore per la propria formazione professionale».
Un’ulteriore proposta – contenuta nella petizione popolare per un nuovo “Statuto dei lavori <http://www.acli.it/modules.php?op=modload&name=Static_pages&file=index&page=campagne/statuto-dei-lavori.html> ” presentata dalle Acli proprio ieri alla Camera dei deputati – è quella di «introdurre il diritto ad un’aspettativa non retribuita sino a 12 mesi per frequentare attività formative certificate».
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