Non profit
Acli: serve riforma strutturale del lavoro
«Non è ancora il momento di rinunciare agli interventi di stimolo»
di Redazione
Per difendere e favorire l’occupazione nel processo di uscita dalla crisi economica «si rendono necessarie e urgenti quelle riforme strutturali del mercato del lavoro capaci di garantire uguali diritti ed adeguate tutele a tutta la platea dei lavoratori, compresi quelli atipici». È quanto sostengono le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, commentando l’appello della Banca centrale europea (Bce), che sollecita i governi a dare «importanza cruciale» a politiche di sostegno all’occupazione.
Dall’inizio di ottobre le Acli stanno raccogliendo firme in giro per l’Italia a sostegno di una petizione popolare per la riforma del mercato del lavoro, intitolata Verso uno Statuto dei lavori. Per Maurizio Drezzadore, responsabile del dipartimento Lavoro delle Acli, «solo assicurando condizioni di tutela ed inclusione sociale, l’Italia sarà in grado di mantenere accettabili tassi di flessibilità nel mercato del lavoro, favorendo la ripresa ma nel contempo contrastando il permanere molto a lungo di una disoccupazione strutturale, con tassi socialmente insostenibili, soprattutto nel Sud Italia». «La ripresa dalla crisi sarà lenta» avverte Drezzadore. «Dovremo convivere con tassi di crescita contenuti e con livelli di disoccupazione elevati. Vanno quindi mantenute e rafforzate tutte quelle misure a sostegno dell’occupazione e a tutela dei redditi per chi ha perso il lavoro e quelle misure a sostegno delle imprese per investimenti e per il mantenimento dei livelli occupazionali. Non è il momento di porre fine a questi interventi di “stimolo” e di sostegno, il cui mantenimento è indispensabile a garantire più solide basi alla crescita e la necessaria tutela del tenore di vita e dei consumi delle famiglie».
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