Non profit
Adepp, pronti investimenti per 300 mln
E' quanto emerso ieri durante l'incontro tra l'Adepp, schierata con i 20 presidenti delle casse aderenti e il governo
di Redazione
Dovrebbe aggirarsi intorno ai 300 milioni di euro la somma che le casse di previdenza private, riunite nell’Adepp, investiranno nei prossimi anni nell’housing sociale. E’ quanto emerso ieri durante l’incontro tra l’Adepp, schierata con i 20 presidenti delle casse aderenti, e i ministri dell’Economia, Giulio Tremonti, del Lavoro, Maurizio Sacconi e delle Infrastrutture, Altero Matteoli. La compagine istituzionale era completata dal ragioniere generale dello Stato e dal direttore del Tesoro. L’housing sociale sarà posto all’ordine del giorno dei consigli di amministrazione degli enti tra settembre e ottobre. Ognuno deciderà quanto investire, e l’importo dell’investimento dovrebbe essere, nel complesso, sui 300 milioni.
Nell’incontro di ieri con il governo è stato anche affrontato il tema dei i limiti all’autonomia degli enti posti dalla finanziaria (Dl 78/2010), in particolare su investimenti immobiliari e personale. Sulla questione degli immobili è in arrivo un decreto interministeriale; la bozza definitiva sarà pronta a fine mese. Non sarà necessaria un’autorizzazione dei ministeri vigilanti per ogni operazione.
“In aggiunta alle informazioni che già diamo ai ministeri vigilanti -ha spiegato il presidente dell’Adepp, Andrea Camporese – comunicheremo anche le tipologie di investimento che intendiamo fare, se mobiliare o immobiliare, e nel caso di disinvestimenti immobiliari come saranno impiegate le somme disinvestite”. Si tratterà, quindi, di un controllo sulla massa degli immobili, a partire dai dati di bilancio di ogni cassa.
Altro problema sollevato dall’Adepp è legato ai limiti posti dal Dl 78 sul contenimento della spesa per la Pa e sui riflessi che questa norma potrebbe avere sui lavoratori degli enti privati. Le Casse ritengono di essere escluse dai vincoli posti alla pubblica amministrazione, ma viene chiesto un chiarimento ufficiale. I ministeri prima di esprimersi sulla questione aspettano dagli uffici legali degli enti i loro pareri scritti di non applicabilità. I tempi sono stretti: “il contratto di categoria è scaduto -spiega Camporese- e prima di aprire un tavolo di confronto con i sindacati dobbiamo chiarire questo aspetto”.
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