Non profit

Aduc: «Natale a base di additivi»

L'associazione lancia l'allarme alimenti: nitriti e solfati in salumi e dolci di origine indistriali.

di Redazione

Un «dolce» Natale?Più che altro, pieno di conservanti. L’Aduc: lancia l’allarme: «Per le festività di fine anno si rischia di fare un’abbuffata di addittivi, spesso nocivi contenuti nelle specialità natalizie». Negli ultimi dieci anni sono aumentati, infatti, al ritmo del 4% all’anno.

Lo sottolinea in una nota il presidente dell’Aduc, Primo Mastrantoni. «Si tratta -spiega- di coloranti, conservanti, antimicrobici e antiossidanti, esaltatori di sapore, agenti di rivestimento, aromi naturali e artificiali, stabilizzanti, gelificanti, lievitanti, emulsionanti, acidificanti, insomma additivi alimentari che in occasione delle abbuffate natalizie i consumatori ingurgitano in quantita’ notevoli». Gli addittivi, sottolinea Mastrantoni, «aumentano con il processo di industrializzazione dei prodotti alimentari e creano qualche preoccupazione perche’ sommati tra loro diventano responsabili dell’aumento del 5% delle allergie alimentari».

Mastrantoni propone «qualche esempio che serve a dare la dimensione del fenomeno: i nitrati e nitriti di sodio e potassio, contenuti nelle carni preparate (salumi, prosciutti, ecc), interferiscono con la presenza di vitamina A e B1 e possono modificare il funzionamento della tiroide; in particolare i nitriti possono trasformarsi in nitrosammine, composti cancerogeni. I solfiti, contenuti nei crostacei, nel vino, nella frutta secca e candita, funghi secchi, ecc., possono dar luogo a reazioni allergiche come le asme bronchiali e l’orticaria. I fosfati, contenuti in budini, gelati, latte concentrato, prosciutto cotto, possono determinare una insufficiente calcificazione delle ossa. Si potrebbe continuare per un bel po’ e il consiglio che possiamo dare ai consumatori e’ sempre lo stesso: consumare prodotti freschi (siamo il giardino d’Europa, perche’ dobbiamo mangiare le fragole a dicembre?), congelati o trattati con il calore (pastorizzazione), o che comunque non contengano additivi», conclude Mastrantoni.

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