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Afghanistan, UNHCR chiude i centri per il rimpatrio dei rifugiati

La decisione fa seguito all'uccisione di una propria operatrice avvenuta domenica scorsa a Ghazni, nell'Afghanistan sud-orientale.

di Redazione

“Quella di ridurre temporaneamente lo staff nelle province orientali e
meridionali del paese – 30 operatori internazionali saranno ritirati dalle
aree di frontiera – è una decisione particolarmente sofferta” ha dichiarato
Filippo Grandi, il capo della missione UNHCR in Afghanistan.

“Di conseguenza, i centri di accoglienza per i rifugiati afghani di ritorno
dal Pakistan nelle province di Nangarhar, Paktia, Khost e Kandahar
rimarranno chiusi. Tra due settimane riconsidereremo la situazione” ha
aggiunto.

La brutale uccisione di Bettina Goislard – operatrice francese dell’UNHCR di
29 anni – in un’aggressione nella quale è anche rimasto ferito un collega
afghano, giunge proprio in un momento in cui la situazione nelle regioni
orientale e meridionale dell’Afghanistan va peggiorando, soprattutto per gli
operatori umanitari impegnati nelle aree più remote. Nei mesi scorsi l’UNHCR
e le altre agenzie umanitarie erano stati costretti ad attenersi a rigide
misure di sicurezza per consegnare gli aiuti ai rifugiati di ritorno in
Afghanistan.

“Il lavoro di persone devote come Bettina, e di tutti coloro che lavorano
con il governo afghano, con le Nazioni Unite e con le organizzazioni non
governative (ONG) è di fondamentale importanza per la ricostruzione
dell’Afghanistan” ha proseguito Filippo Grandi. “L’attacco di Ghazni ha
dimostrato tuttavia che anche gli operatori civili sono esposti alle minacce
di morte che provengono da coloro che non vogliono la pace in Afghanistan”.

“Se vogliamo che il processo di ricostruzione del paese continui, i governi
devono aiutare in maniera più concreta ed efficace l’Afghanistan a ritrovare
sicurezza e stabilità” ha aggiunto.

“Noi non possiamo fare tutto questo da soli. E questa aggressione lo ha
tragicamente dimostrato”.

Dal 2002, l’UNHCR ha assistito 3 milioni di rifugiati e sfollati afghani a
far ritorno alle proprie case. Nonostante la recente decisione di ridurre lo
staff, l’Agenzia ha assicurato che il programma di rimpatrio assistito
dall’Iran continuerà attraverso la frontiera occidentale di Herat. Grazie
allo staff locale dell’UNHCR e delle agenzie partner, proseguiranno anche
l’assistenza ai 220mila sfollati afghani e altre attività cruciali per la
sopravvivenza della popolazione.

Sono intanto in corso i preparativi per il funerale di Bettina Goislard,
che – come lei desiderava – sarà sepolta in Afghanistan.

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