Famiglia
Africa: Unicef, troppe violenze sui bambini
Un rapporto dell'organismo Onu sull'infanzia prospetta un futuro del continente africano in bilico per le eccessive violenze perpetrate ai minori
di Redazione
Le prospettive dell’Africa di raggiungere una pace duratura rischiano d’esser vanificate dalle orribili violenze inflitte ai bambini del continente. A casa, nelle scuole e negli istituti d’accoglienza di tutta l’Africa i bambini sono vittime di abusi fisici, psicologici e sessuali; quelli che vivono in strada sono esposti a incessanti brutalita’ e violenze di gruppo, spesso per mano della polizia, mentre sul lavoro sono sottoposti ad abusi e sfruttamento economico, faticando duramente in condizioni nocive alla loro salute o comunque a rischio.
Ogni anno, in Africa, circa 3 milioni di donne e bambini subiscono mutilazioni genitali femminili, una pratica tradizionale che le espone a seri rischi di morte durante il parto. In Africa centrale e occidentale, inoltre, ogni anno 300.000 bambini cadono vittime del traffico di minori. E’ la denuncia dell’Unicef in occasione della Giornata del Bambino africano. La violenza sessuale e lo stupro di bambini – prosegue l’agenzia delle Nazioni Unite – appaiono in drammatico aumento, imperdonabilmente alimentati da conflitti armati e poverta’ estrema, con gravi conseguenze anche in termini di HIV/AIDS.
Nella Repubblica Democratica del Congo, donne e bambini, a volte di appena 8 anni, continuano ad essere violentati, anche quando il paese si avvia alle sue prime elezioni nazionali dopo oltre 40 anni. Nel 2005, in Sud Africa 4 vittime di violenze sessuali su 10 sono stati bambini. In Kenya, il 46% delle donne subisce violenze sessuali durante l’infanzia e una su 4, d’eta’ compresa tra 12 e 24 anni, perde la verginita’ con la forza. ”Questi dati costituiscono solo l’aspetto conosciuto del problema”, ha dichiarato Per Engebak, Direttore dell’Ufficio regionale dell’UNICEF per l’Africa orientale e meridionale.
”La paura di ritorsioni e la volonta’ delle famiglie di raggiungere un compromesso riparatore accrescono la cultura del silenzio e contribuiscono all’acuirsi del problema nell’ombra e senza che venga denunciato”. Il danno prodotto e’ enorme. L’evidenza dimostra che i bambini vittime spesso si trasformano, a loro volta, in coloro che perpetrano la violenza. Quando cio’ avviene, pochi paesi dispongono degli strumenti idonei a rieducare questi bambini, considerati a loro volta criminali.
”Si adotta una cultura punitiva e repressiva, invece che porre l’attenzione sulla riabilitazione del bambino”, ha affermato Esther Guluma, Direttore dell’ Ufficio eegionale dell’UNICEF per l’Africa centrale e occidentale: ”Quando condannati al carcere, i bambini sono costretti a vivere in condizioni di estrema violenza fisica e psicologica”.
Quest’anno la Giornata del bambino africano assume un significato ulteriore, in vista dello Studio delle Nazioni Unite sulle violenze contro i bambini, che sara’ presentato dall’Assemblea generale dell’ONU il prossimo ottobre e fornira’ un quadro globale dettagliato e raccomandazioni su come migliorare legislazioni, politiche e programmi per prevenire e reagire alla violenza contro i bambini. In alcuni paesi africani – Kenia, Ghana, Sud Africa – sono state avviate misure per contrastare la violenza sui bambini, ma – rileva l’Unicef – a 16 anni dal giorno in cui i leader politici africani decisero di onorare la rivolta di Soweto, proclamando il 16 giugno Giornata del bambino africano, pochi avrebbero immaginato uno scenario in cui i bambini sono ogni anno uccisi a migliaia, mentre altri milioni sono costretti ad affrontare gravi traumi fisici e psicologici. Purtroppo, la violenza e’ parte della realta’ quotidiana di milioni di bambini dell’Africa odierna. Porvi fine ora e’ cruciale, per il conseguimento di una pace e di uno sviluppo duraturo di tutto il continente africano.
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