Ecco il comunicato di Agire, l’Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze, in merito alla situazione in Siria:
Continua a crescere il numero delle vittime civili del conflitto che da un anno ormai lacera internamente la Siria.
Nonostante il Comitato Internazionale della Croce Rossa sia riuscito ad entrare nella città di Homs e distribuire i primi soccorsi, le condizioni della popolazione rimangono molto critiche.
I bombardamenti non sono cessati nonostante l’inaspettata dichiarazione di approvazione di una nuova costituzione emanata dal presidente Bashar al-Assad.
In numeri dell’emergenza
Data la mancanza di fonti ufficiali attendibili, riportiamo di seguito il bilancio fornito dalle autorità siriane, che finora non hanno però reso note cifre dettagliate delle vittime civili distinte da quelle militari.
Sono 8.715 le vittime riconosciute del conflitto siriano. Di queste 6.917 sono civili e 1.778 militari.
Dei civili, 595 sono bambini e adolescenti, 270 sono donne. Ammonta invece a 20.217 il numero di persone imprigionate da governo, di queste 206 donne e 446 minorenni.
Nessuna delle ONG di AGIRE lavora attualmente in Siria.
Nonostante la presenza storica di molte delle ONG del network nei paesi confinanti (Palestina, Giordania, Iraq, Libano), la politica interna siriana nei confronti di una società civile organizzata ha molto limitato nel tempo la creazione di associazioni interne o l’apertura di progetti da parte di organizzazioni internazionali. Fino al 2000 la politica interna siriana proibiva qualunque forma di associazionismo. A partire dal quell’anno, il presidente Bashar al-Assad ha aperto alla costituzioni di associazioni e organizzazioni locali. Dato l’ingente numero di richieste il governo fece un veloce dietro front, mantenendo un forte controllo sulle associazioni formatesi fino al quel momento.
Oggi è vietato l’ingresso alle organizzazione umanitarie all’interno del territorio siriano.
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