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AiBi: “Frattini, perché non sostieni la cooperazione in Colombia?”

A fronte di quasi 3mila miCi sono 100mila minori negli orfanotrofi, scrive l'associazione, ma il Mae ha azzerato i finanziamenti per l'infanzia in difficoltà

di Redazione

“L’Italia è il primo Paese al mondo ad adottare i bambini colombiani, ma sono fermi al palo gli investimenti del Ministero Affari Esteri nei progetti di cooperazione internazionale a favore dell’infanzia abbandonata in Colombia. L’adozione internazionale sembra l’unico intervento che il nostro Governo sia intenzionato a sostenere”: Marco Griffini, presidente di Ai.Bi, esprime tutto il suo sconcerto per il sostanziale azzeramento delle risorse per la cooperazione verso la Colombia.

Sconcerto giustificato dal fatto che sono quasi 3mila i bambini colombiani giunti in Italia negli ultimi dieci anni attraverso l’adozione internazionale: “Tuttavia a queto primato non corrisponde un risultato altrettanto positivo nella promozione di progetti di cooperazione destinati all’infanzia in difficoltà familiare”, sottolinea AiBi. Il bisogno è enorme: oggi sono 100mila i bambini che vivono negli istituti pubblici o privati del Paese (dati dell’Instituto Colombiano Bienestar Familiar).

“Il Ministero degli Affari Esteri tuttavia non considera la Colombia uno dei Paesi prioritari per promuovere interventi di cooperazione e ha respinto il finanziamento di progetti per l’infanzia in difficoltà familiare”, si legge nel comunicato di AiBi.

“Chiudendo i rubinetti ai progetti finanziati dal MAE in Colombia, l’Italia non rispetta il principio di sussidiarietà dell’adozione internazionale stabilito dalla Convenzione de L’Aja del 1993 – ratificata sia dall’Italia che dalla Colombia – in base al quale i governi devono impegnarsi a promuovere progetti per garantire al minore di vivere in famiglia attraverso il rientro nella famiglia d’origine e, dove non è possibile, diventare figlio con l’adozione nazionale o internazionale”.

“In questo contesto una domanda vorremo porre al Ministro Frattini”, scrive l’associazione. “E’ lecito promuovere l’adozione internazionale dei bambini colombiani senza avere il supporto di interventi di cooperazione finalizzati a garantire l’accoglienza familiare nel loro Paese di origine e, solo come ultima possibilità, l’adozione internazionale? Una contraddizione che sembrerebbe non avere una spiegazione. E sulla quale il Ministro Frattini dovrebbe riflettere prima di considerare la Colombia un Paese di serie B per la cooperazione internazionale”.

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