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Aiuti allo sviluppo. Tdh: “L’Italia gonfia i dati”
Se si scomputano le cifre della cancellazione del debito ad alcuni paesi, il governo italiano ha dato solo lo 0,11% del Pil
di Redazione
A seguito della diffusione degli ultimi dati sui fondi per gli aiuti alla cooperazione internazionale da parte dell’OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development) Terre des Hommes, assieme alle maggiori ONG europee, lancia un forte monito ai governi europei perchè rispettino gli impegni presi senza gonfiare i numeri dei loro aiuti pubblici allo sviluppo (APS).
“Nel 2006 l’Italia ha ridotto del 30% i suoi aiuti ai Paesi in via di sviluppo, spendendo solo lo 0,20% del suo PIL”, dichiara Raffaele K: Salinari, presidente della Federazione Internazionale Terre des Hommes. “Ma se si scomputano le cifre della cancellazione del debito ad alcuni paesi, il governo italiano ha dato solo lo 0,11%. Ciò vuol dire che in ogni caso non ha raggiunto il target europeo dello 0,33% ed è ancora più lontano dall’obiettivo dello 0,7% entro il 2015 nel rapporto APS/PIL sottoscritto dal nostro Paese per il raggiungimento dei Millennium Goals delle Nazioni Unite”.
Oltre 1.600 organizzazioni non governative europee riunite in CONCORD, la confederazione delle ONG che si occupano di aiuti umanitari e cooperazione allo sviluppo, hanno criticato i governi europei per avere sostanzialmente gonfiato per il secondo anno consecutivo le cifre riguardanti i fondi per gli aiuti. Concord ha rivelato che quasi un terzo dei fondi per lo sviluppo assegnati nel 2006 non hanno portato alcuna nuova risorsa ai Paesi più poveri.
“I governi europei si basano sulla cancellazione una tantum del debito di Paesi come l’Iraq e Nigeria per gonfiare le cifre dei loro contributi alla cooperazione”, prosegue Salinari. “È un atteggiamento assolutamente criticabile perchè così si dà l’impressione di rendere disponibile più denaro per la riduzione della povertà di quanto effettivamente si faccia. Anche se alcuni stati europei si stanno muovendo nella giusta direzione, la maggior parte di loro – Italia in testa – non raggiungerà gli obiettivi fissati da loro stessi a meno che non vengano fatti dei grossi passi in avanti. Il mancato rispetto degli impegni si traduce nell’impossibilità per milioni di bambini di andare a scuola e di sopravvivere a malattie curabili e prevenibili, come ad esempio la malaria e la TBC. A maggior ragione chiediamo ancora una volta al Governo Italiano di stanziare immediatamente i fondi non ancora pagati nel 2005, per il 2006 e per l’anno in corso al Fondo globale per la lotta all?AIDS, Tbc e malaria”, conclude Salinari.
Alcune cifre a livello europeo:
Nel 2006 quasi il 30% degli aiuti europei, pari a 13.6 miliardi di euro, sono stati gonfiati. Di questi quasi 11 miliardi sono stati devoluti alla cancellazione del debito, soprattutto per l’Iraq e la Nigeria, mentre 1,6 miliardi sono andati al sostegno di studenti stranieri in Europa e 1 miliardo è stato speso per gli alloggi dei richiedenti asilo in Europa.
L’Unione Europea nel 2006 ha speso solo lo 0,30% del reddito interno lordo per aiuti reali, mancando l’obiettivo collettivo dello 0,39%. L’Austria e la Francia sono i principali colpevoli: quasi la metà di quello che dichiarano come aiuti per la cooperazione allo sviluppo non sono costituite da nuove e concrete risorse per la lotta alla povertà. Infatti spesso i governi annunciano separatamente la cancellazione del debito e i fondi per gli aiuti, dando l’impressione che si tratti di somme diverse.
La cancellazione del debito dei Paesi più poveri è un passo importante e necessario, ma non deve in alcun momento essere controbilanciato da una diminuzione delle risorse destinate alla cooperazione internazionale allo sviluppo. Essa costituisce un concreto strumento per la lotta contro la povertà estrema e la fame, obiettivo numero uno dei Millennium Goals dell’ONU sottoscritti nel 2002 da tutti e 15 gli allora membri dell’Unione Europea. Tuttavia 7 di loro (Italia, Austria, Francia, Germania, Grecia, Portogallo e Spagna) non hanno raggiunto l’obiettivo minimo per il 2006 senza gonfiare gli aiuti.
A metà di maggio CONCORD lancerà un rapporto che analizzerà dal punto di vista qualitativo e quantitativo gli APS dei membri dell’Unione Europea ai Paesi in via di sviluppo.
Per ulteriori informazioni su CONCORD consultare il sito www.concordeurope.org
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