Welfare
Al via una classe “separata”. Un caso a Reggio Emilia
Solo bambini stranieri. I genitori protestano
di Redazione

Quello che la Lega aveva suo tempo auspicato si è realizzato la dobe meno te l’aspetti: nel sistema più evoluto di servizi per l’infanzia, elogiato persino dai gionali americani. A Reggio Emila una classe della materna è stata formata solo da bambini stranieri. È successo a Luzzara, piccolo comune in provincia di Reggio Emilia, come riferisce oggi il sito Stranierinitalia. La scuola materna “Grisanti Respicio” quest’anno ha 38 iscritti, 14 italiani e 24 figli di immigrati. Il dirigente Roberto Ferrari li ha divisi in due sezioni, una con tutti gli italiani e cinque stranieri, l’altra con tutti gli altri alunni non italiani, soprattutto indiani.
Questa scelta, ha spiegato Ferrari a Stranieriinitalia.it, «è giustificata dalla legge, che vieta di formare classi con la maggioranza di alunni stranieri, e dalla necessità di tutelare le iscrizioni di bambini italiani. I loro genitori minacciavano di trasferirli alla materna privata se fossero finiti in una classe a maggioranza straniera».
«La divisione tra le due sezioni, inoltre, esiste solo sulla carta. Tre giorni su cinque – sottolinea Ferrari – i bambini si mescolano per fare attività in comune. Nessuna discriminazione, nelle risorse e personale aggiuntivo sono sempre destinati agli alunni stranieri e nella scuola dell’obbligo, dove questi sono più del 40%, abbiamo ottimi risultati di rendimento».
I genitori dei bambini stranieri non la pensano così e stamattina, insieme alla Cgil, hanno organizzato un presidio di protesta di fronte alla scuola.
La creazione della classe di bimbi immigrati, spiegano in un volantino, «è avvenuta senza alcun coinvolgimento nostro, senza alcuna consultazione preventiva. Siamo contrari a una scuola che separa anziché unire, siamo contrari all’idea che un bambino di tre anni deve imparare alla svelta l’italiano, crediamo sia molto più importante che a quell’età non si senta “diverso”».
Le famiglie immigrate si rivolgono ai genitori italiani: «Diversi dei nostri bambini sono nati qui, sono italiani. Per quale ragione non possono stare insieme ai vostri? La scuola forma gli uomini di domani, dà il senso di una comunità. Purtroppo il segnale che viene dato ci pare vada in senso contrario!».
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