Il Casilino 900, il più grande campo rom della capitale, con cinquant’anni di storia, che fino a ieri ospitava 600 persone, è stato raso al suolo in mattinata. All’abbattimento delle baracche ha partecipato anche il sindaco Gianni Alemanno.
«Ogni etnia e’ stata ricollocata secondo logiche di compatibilita’ e di convivenza delle diversita’ – ha sottolineato il sindaco – e abbiamo promesso al coordinamento dei nomadi di dar loro una sede, perche’ e’ il nostro principale interlocutore per gestire l’applicazione di tutto il piano nomadi». Il piano dell’amministrazione comunale prevede, a fronte degli attuali 100 insediamenti, la presenza di soli 13 villaggi autorizzati, con presidi sociali al loro interno che promuoveranno l’integrazione e la convivenza tra gli abitanti del campo stesso. “In tutta Roma i nomadi sono 6.000 che di fronte a una citta’ di 2,8 milioni di persone non possono rappresentare un problema ma una realta’ che puo’ essere integrata”, ha detto Alemanno.
Proprio a Casilino 900, due anni fa, si era tenuto un innovativo progetto pilota per pensare un prototipo abitativo a basso costo e mobile per i nomadi, poi presentato in Triennale a Milano (leggi qui).
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