Mondo
Algeria: un referendum per voltare pagina sulla guerra civile
Gli algerini chiamati alle urne per concedere o meno una parziale amnestia ai terrorristi e membri dei servizi segreti responsbaili della morte di 200mila persone negli anni '90
di Redazione
Seggi elettorali aperti in Algeria per il referendum nazionale sulla parziale amnistia ai terroristi: gli elettori sono chiamati a esprimersi sulla ‘Carta per la pace e la riconciliazione”, un passaggio decisivo nel tentativo di chiudere le porte a una terribile guerra civile che ha fatto quasi 200.000 morti e causato la scomparsa di migliaia di persone.
Al voto, oltre ai 18.313.000 elettori, anche gli oltre 900.000 algerini della diaspora, gli emigranti -la gran parte dei quali vivono in Francia- che hanno cominciato a votare sabato. Il referendum propone una via inedita per soffocare gli ultimi colpi di coda del terrorismo di ispirazione islamica, anche se proprio per il fatto che in molti casi si tratta di fanatici gli estremisti non hanno mostrato alcun desiderio di arrendersi. Il governo si attende un si’ massiccio. Il presidente algerino, Abdelaziz Bouteflika, ha percorso in lungo e in largo il Paese per chiedere ai connazionali un perdono ai terroristi che consenta di siglare la riconciliazione.
La ‘Carta’ che oggi e’ sottoposta agli elettori prevede una vera e propria amnistia graduale, non solo per i terroristi, in prigione o alla macchia, ma anche per i membri dei servizi di sicurezza. Uno degli articoli del documento afferma che sono esclusi solo quelli che hanno partecipato a massacri di civili o attentati in luoghi pubblici, ma in molti sono convinti che la dinamica innestata da Bouteflika condurra’ al perdono totale. Tutte le previsioni degli analisti lasciano pensare a un voto favorevole alla Charta e l’incognita rimane solo il livello dell’astensione, che permettera’ di conoscere l’impatto del progetto sulla societa’.
Non mancano pero’ le polemiche. I partiti d’opposizione accusano Bouteflika di voler utilizzare lo strumento referendario per rafforzare la morsa sul Paese; mentre numerose organizzazioni non governative locali e internazionali protestano perche’ il referendum seppellira’ sotto il tappeto non solo le atrocita’ commesse dai gruppi islamici, senza alcun processo, ma anche dai militari. Numerose proteste anche dai famigliari delle vittime, a cui il governo ha promesso un indennizzo, ma che avrebbero voluto invece una commissione indipendente sugli eccidi.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.