Non profit
Alla Bocconi l’economia sociale ha ancora un ciclo completo
Giorgio Fiorentini
di Redazione

Come l’accademia morde la realtà?». Va subito al nocciolo Giorgio Fiorentini, docente del master in “Management delle aziende cooperative e imprese sociali non profit” in Bocconi, giunto alla XV edizione. L’università milanese è stata la prima università italiana a introdurre, nel 1993, un indirizzo di laurea in Economia delle aziende non profit, cooperative e imprese sociali. E oggi è l’unica a mantenere un corso triennale di economia orientato al non profit.
Sono proprio i 15 anni di esperienza a suggerire a Fiorentini la questione: «Dobbiamo smettere di pensare al non profit come nicchia. La formazione funziona il giorno in cui prepara manager che saranno in grado di incidere sul sistema». E come ci si arriva? «Avendo il coraggio di privilegiare l’impianto teorico forte rispetto alle technicalities. Anche se so che questi elementi concreti sono di appeal per gli studenti».
Proprio questa visione ha portato Fiorentini a lavorare a un progetto che ha avuto un successo al di là di ogni attesa: è il master “Mega” (che sta per Master d’eccellenza Gestione etica d’azienda), realizzato in partnership con lo Studium Marcianum (cioè il Patriarcato di Venezia) e l’Università Ca’ Foscari. Un master che Fiorentini dirige insieme a monsignor Fabiano Longoni e che quest’anno viene riproposto per la quarta edizione. Seguito da manager che sono già in carriera, è un tentativo organizzato di rendere strutturali le logiche di responsabilità sociale nelle strategie d’impresa. Insomma, come dice Fiorentini, è «un modo di uscire dalla nicchia».
Una filosofia che in Bocconi ha fatto breccia anche nella laurea magistrale in “Management”: al secondo anno lo studente può scegliere, tra gli approfondimenti proposti anche quello sulle imprese sociali. «Gli studenti così hanno modo di ascoltare le esperienze di chi ha costruito imprese che hanno un dna differente da quello a cui sono abituati a guardare. È un’esperienza di contaminazione importante», spiega Fiorentini. «Troppo spesso le logiche della solidarietà sono assunte solo come un “mantra”. Invece devono concretizzarsi come una formula imprenditoriale sociale attiva nel contesto socio economico. È un modo nuovo di concepire il sociale connesso con l’imprenditorialità. È necessario fare innovazione e attivare un cambiamento imprenditoriale rispetto al passato. Solo così l’accademia “morde” positivamente la realtà».
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