Welfare

Allarme carceri: tra un anno e mezzo ancora piene

Una crescita di 1000 detenuti al mese: a denunciarlo, il capo del Dap, Ettore Ferrara, in conferenza stampa

di Redazione

Se continua cosi’ le carceri italiane tra un anno e mezzo saranno di nuovo piene. Lo ha sostenuto in una conferenza stampa presso il ministero della Giustizia il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Ettore Ferrara, che ha spiegato “che dopo l’indulto la crescita e’ stata di mille detenuti al mese”.
Proprio in virtu’ di questa media di crescita di non meno di mille unita’ al mese di nuovi rientri in carcere, Ferrara traccia un quadro da qui a un anno e mezzo in cui il numero detenuti potrebbe tornare a quota 63 mila, quella del pre indulto. Soprattutto se “non ci saranno interventi strutturali – aggiunge Ferrara – ma intanto stiamo cercando di fare qualcosa sul piano amministrativo cercando di sperimentare la misura alternativa negli uffici di esecuzione penale esterna.
L’esperienza del passato – ha proseguito il capo del Dap – insegna che i recidivi tra i detenuti sottoposti a misure alternative al carcere si e’ attestata al di sotto del 20%, mentre negli altri casi si e’ attestata al 60-65%”.
A quel punto il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha aggiunto: “Senza l’applicazione dell’indulto oggi ci troveremo dunque a quota 78mila, quindi con una situazione devastante. Le forze politiche – ha concluso – devono evitare che ci siano morti e rivolte nelle carceri. Il problema vero e’ che occorre la certezza della pena, che deve essere espiata non per forza tra le mura di un carcere”.
L’ex pm Gherardo Colombo, nel corso del suo intervento alla tavola rotonda organizzata al Senato sui problemi penitenziari, ha sottolineato la necessita’ di cambiare cultura guardando al carcere non solo come luogo di espiazione della pena ma anche di recupero.
La situazione delle carceri italiane, per l’esattezza dei 245 istituti penitenziari, e’ stata ricordata da Adalberto Baldoni: 64 istituti risulterebbero regolari, 118 non regolari e 63 intollerabili dal punto di vista delle condizioni di vivibilita’. “Questa degli istituti non regolari e’ una situazione strana – ha sottolineato Colombo – probabilmente e’ diffusa la convinzione che la pena debba essere sofferenza, di punire piuttosto che recuperare”.
Per l’ex pm, invece, occorre “una riflessione per individuare strumenti diversi, spesso piu’ produttivi rispetto al carcere e chiedersi cosa puo’ essere utile per tutti, dal punto di vista della sicurezza ma soprattutto della vivibilita’ della nostra societa’”. Colombo e’ attualmente impegnato in un’iniziativa della Asl di Milano nel carcere di San Vittore che riguarda i detenuti tossicodipendenti.
Nel corso dell’incontro al Senato e’ stata presentata l’iniziativa ‘La risultante delle forze per una sicurezza sociale possibile’ promossa dall’Associazione di volontariato ‘Il gruppo libero’, che si occupa di problemi penitenziari per portare un contributo concreto al problema della sicurezza sociale, mirando a far collaborare varie componenti, a prescindere dalle differenti collocazioni politiche e dai diversi ruoli sociali, e per giungere a formulare delle proposte capaci di apportare soluzioni al problema.
Presidente onorario dell’associazione e’ il senatore di An Domenico Gramazio che ha ricordato una iniziativa che sara’ messa in campo nella Regione Lazio: “nella prossima Finanziaria della Regione Lazio -ha detto Gramazio- sara’ presentato un emendamento per assegnare il 3-5% della somma destinata all’istruzione professionale in carcere”. Gramazio ha auspicato l’allargamento ad altre regioni della iniziativa. L’associazione ‘Gruppo libero’ nel corso della conferenza stampa ha reso noto il calendario degli incontri che si svolgeranno prossimamente, a partire dal prossimo 21 novembre, con una tavola rotonda all’universita’ La Sapienza di Roma”.

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