Mondo
Allarme carestia: parte il piano FAO di aiuti
Gli esperti internazionali riuniti oggi dalla Fao a Roma ritengono ancora possibile scongiurare la catastrofe umanitaria
di Redazione
La comunità internazionale si è riunita oggi a Roma presso la Fao per coordinare gli aiuti alle popolazioni del Corno d’Africa colpite da siccità e carestia, e concordare un programma che nell’immediato scongiuri la catastrofe incombente e dall’altro serva a gettare le basi per la costruzione di una sicurezza alimentare di lungo termine nella regione. Lo rende noto un comunicato dell’agenzia dell’Onu che ha sede a Roma. All’incontro, organizzato dalla Fao su richiesta urgente della Presidenza francese di turno del G20, hanno partecipato Ministri e delegati ad alto livello dei 191 paesi membri della Fao, di altre agenzie ONU e di organizzazioni internazionali e non governative. I partecipanti alla riunione d’emergenza hanno concordato che «se la crisi non verrà fermata al più presto, potrebbe rapidamente diventare un disastro umanitario di grandi dimensioni in molte parti della regione del Corno d’Africa. È dunque di primaria importanza che noi ci si faccia carico dei bisogni delle popolazioni colpite e dei mezzi di sussistenza dai quali esse dipendono per la propria sopravvivenza». La crisi alimentare nel Corno d’Africa, scatenata da un concatenarsi di cause quali siccità, conflitti armati e rialzo dei prezzi alimentari, sta colpendo oltre 12 milioni di persone, con due regioni nel sud della Somalia già in una situazione di grave carestia.
Dal punto di vista operativo, nella riunione si è concordato che siano i governi dei sei paesi colpiti dalla crisi a gestire la risposta, tenuti informati dal Piano d’azione per il Corno d’Africa del Comitato permanente interagenzie (IASC). E si è sottolineato come ancora ci sia un margine per intervenire a sostegno delle popolazioni colpite, per rimettere in piedi i loro mezzi di sussistenza e consentire a queste comunità di piccoli contadini, pastori e pescatori di superare la crisi nell’ambito delle proprie realtà, aggiungendo che andrebbe evitata per quanto possibile la costituzione di campi profughi con l’aggregazione di un enorme numero di sfollati. «Gli effetti congiunti di siccità, inflazione e conflitti hanno causato una situazione catastrofica che richiede un urgente e robusto sostegno internazionale – ha detto il direttore generale uscente della Fao, Jacques Diouf – Se vogliamo evitare future carestie e crisi alimentari nella regione, i paesi e la comunità internazionale tutta devono con urgenza sostenere il settore agricolo ed accelerare gli investimenti nello sviluppo rurale». Il Ministro francese dell’Agricoltura, Bruno Le Maire ha affermato: «Questa crisi mette in evidenza quanto sia urgente attuare il piano d’azione contro la volatilità dei prezzi agricoli adottato dai ministri dell’Agricoltura del G20 il 23 giugno scorso a Parigi, soprattutto per quanto riguarda il coordinamento internazionale delle politiche agricole, della produzione e della produttivita’ del settore e la creazione di riserve alimentari d’emergenza per fare fronte alle crisi alimentari».
«Molte delle donne che ho incontrato in Somalia e Kenia nei giorni scorsi avevano perso i figli e non avevano alcun mezzo di sussistenza se non gli aiuti umanitari forniti dalle agenzie sul campo», ha affermato Josette Sheeran Direttrice Esecutiva del PAM. «Questa siccità ha straziato il Corno d’Africa, dove ora più di 11 milioni di persone hanno bisogno di assistenza alimentare. In questo momento siamo particolarmente preoccupati per la Somalia ed è di vitale importanza riuscire a raggiungere con gli aiuti chi si trova all’epicentro della carestia, portando alimenti altamente vitaminizzati che sono indispensabili per i bambini. «I partecipanti hanno concordato che un sostegno specifico vada dato a tutti coloro che vivono di pastorizia, che nella regione rappresenta un sistema di sopravvivenza dinamico e sostenibile. È stato infatti evidenziato come il nomadismo dei pastori e delle loro mandrie all’interno dei paesi ed attraverso le frontiere potrebbe rappresentare un elemento essenziale per salvare vite e preservare le basi dell’alimentazione e della sicurezza nutrizionale. «Ci impegniamo – si legge infine nel documento finale dell’incontro – ad assicurare una risposta immediata ed appropriata per far sì che le comunità e i Paesi colpiti siano messi nelle condizioni di preservare i loro fragili mezzi di sussistenza dai quali dipende la sopravvivenza di così tante persone, mentre contemporaneamente si lavori alla costruzione di una capacità di resistenza di lungo periodo che salvaguardi le basi fondamentali della sicurezza alimentare e assicuri una riduzione sostenibile di fame e malnutrizione».
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