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Amazzonia, il coraggio di un vescovo in pericolo di vita

di Redazione

Il Forum sociale mondiale di Belém, in Amazzonia, ci dà l’occasione per ricordare un cristiano, coraggioso difensore delle popolazioni indigene. Si chiama Erwin Krautler, è il vescovo della prelatura dello Xingù, nella Amazzonia brasiliana, uno dei luoghi dove più selvaggio è lo sfruttamento da parte dei latifondisti e delle compagnie minerarie. Monsignor Krautler, con ironia, si definisce un «latifondista spirituale» perché la sua diocesi è più estesa dell’Italia. La voglia di scherzare però passa quando il vescovo racconta le minacce che riceve. «Mi trovo sotto la protezione speciale della polizia 24 ore al giorno», ha raccontato alla rivista Mondo e Missione. «I madeireiros, i commercianti di legname, non usano mezzi termini: “Se lei continua a parlare, corre dei pericoli”, dicono. Attraverso lettere e siti internet fissano il giorno della mia morte. L’importante per queste persone è solo arricchirsi da un giorno all’altro». Era stata minacciata più volte anche suor Dorothy Stang, amica e collaboratrice del vescovo: venne uccisa ad Anapu con sei colpi di pistola il 12 febbraio 2005. Lo scorso anno un tribunale di Belém ha condannato il sicario della religiosa americana ma ha assolto il proprietario terriero accusato di essere il mandante, Vitalmiro Moura, detto Bida.

KHALED, IL GIUSTO
Lo Yad Vashem, il museo dell’Olocausto di Gerusalemme, potrebbe inserire fra breve il primo arabo musulmano fra i Giusti che si prodigarono per salvare la vita agli ebrei perseguitati dal nazismo. È Khaled Abdelwahab, tunisino, uno Schindler islamico, salvò una donna ebrea da un tentativo di stupro da parte di ufficiali nazisti, e nascose lei, il marito e 24 parenti ebrei nel suo frantoio rischiando la sua stessa vita. A proporre la candidatura di Khaled è stato uno storico ebreo americano, Robert Satloff, autore di un libro in cui documenta decine di casi di arabi che protessero ebrei nei Paesi nordafricani occupati dalle truppe nazifasciste.

Ipse dixit
Cosa chiederei a Gesù? Se mi ama nonostante io abbia commesso tanti errori. Lo so che mi ama. Però vorrei sentirlo da lui, ancora una volta. Gli chiederei di mandarmi, nelle ore difficili, dell’abbandono o della morte, degli angeli, dei santi o degli amici che mi aiutino a superare la paura.
cardinale Carlo Maria Martini

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