Non profit

“Amici del non profit”, la carica dei novecento

di Redazione

Tanti sono
i dipendenti
che hanno volontariamente aderito alla proposta di UniCredit. Diffonderanno
il messaggio di Universo Non Profit
e forniranno informazioni
sui suoi contenutiQuel che forse colpisce di più, anche per la denominazione scelta («amico del non profit»), è il piccolo esercito di circa 900 dipendenti che hanno volontariamente aderito alla proposta di UniCredit. Attenzione. Colpisce per il tipo di sinergie e di coinvolgimento che possono derivare da una simile scelta organizzativa (e che in effetti stanno nascendo, con il coinvolgimento anche degli altri colleghi). Capillarità e competenza sono del resto le due richieste esplicite degli esponenti intervistati da Vita Consulting.
Non stupisce affatto d’altro canto che nel mondo bancario esistano tante persone che si sentono in qualche modo vicine al terzo settore. Ve ne sono molte che anzi sono impegnate in prima persona. Come il pescarese Achille Di Paolo, una lunga carriera come bancario (ha festeggiato i 35 anni) e un impegno di lungo corso all’interno di Agbe (un’associazione di genitori di bambini emopatici). Naturale per lui la decisione di essere amico del non profit: «Lo ero già, avendo un figlio che in passato ha avuto un linfoma ed essendomi da molto tempo impegnato all’interno dell’associazione. Mi sembra molto bella l’opportunità che UniCredit intende dare al non profit, che certo in questo modo potrà svilupparsi ancor meglio. Devo anche dire che tutti i colleghi si sono preparati al meglio per far fronte a questa nuova sfida». Se Di Paolo aveva già, per così dire, le mani in pasta, altri suoi colleghi, pur non avendo una conoscenza diretta del terzo settore, hanno volentieri aderito all’iniziativa. È il caso di Franco Faulisi, consulente per le piccole imprese di Modena: «Da sempre ero interessato al non profit anche perché sono convinto che, specialmente di questi tempi, la banca abbia un compito non solo economico ma anche “sociale”. Ho anche scoperto che molti colleghi sono direttamente impegnati nella solidarietà».
Indipendentemente dal loro vissuto personale, tutti gli Amici del non profit hanno comunque affrontato un corso di formazione (diviso in due parti: approccio al terzo settore e conoscenza dei prodotti specifici di Universo non profit). Completato il quale hanno iniziato a muoversi. «In una duplice direzione», spiega Faulisi, «da una parte contattando quelle realtà del terzo settore che sono già clienti e spiegando loro le novità, le offerte mirate che potrebbero interessargli e alle quali potrebbero aderire. Dall’altra, avviando contatti con non clienti per informarli». Incontri proficui, in cui il fattore umano – concordano gli amici del non profit – sono fondamentali.
Anche perché «il terzo settore», prosegue Faulisi, «è spesso caratterizzato da una certa informalità e da una grande passione: vogliono spiegarti quel che fanno, i risultati che hanno raggiunto. Non ti parlano di numeri e bilanci. Certo può essere che siano necessari più incontri di quelli che solitamente facciamo con le aziende profit. Le non profit hanno modalità decisionali differenti, spesso basate sul coinvolgimento dei soci, sulla condivisione delle scelte». Ecco perché sono necessarie strategie relazionali specifiche ed opportuni accorgimenti. «L’ho detto ai miei colleghi», raccomanda Di Paolo, «fate parlare il cuore, cercate di capire le problematiche delle organizzazioni». «Quanto alle onlus», prosegue, «spesso vivono di donazioni. Mi sembra non debbano perdere l’occasione di rapportarsi con una banca come la nostra, da sempre sensibile a certi temi, anche perché ci sono proposte davvero interessanti. Come il conto corrente a costi assai contenuti».

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