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Amnesty: «Commissione d’inchiesta per Mugabe»

L’organizzazione internazionale ha criticato il clima di violenza in cui si stanno svolgendo le elezioni. «Il silenzio dell’Unione Africana è contrario ai principi del rispetto dei diritti umani»

di Redazione

Amnesty International si è detta oggi profondamente turbata dalla continua campagna di violenze e intimidazioni che il governo dello Zimbabwe sta portando avanti nel contesto di una strategia deliberata per far vincere a Robert Mugabe le elezioni presidenziali. Il governo ha deciso di tenere la consultazione oggi, nonostante le richieste della comunità internazionale di rinviare le elezioni fino a quando le condizioni di sicurezza nel paese non fossero migliorate.

Amnesty International ha sollecitato l’Unione africana e la Comunità per lo sviluppo dell’Africa meridionale (Sadc) ad applicare tutta la pressione necessaria sul presidente Mugabe e sul suo governo perchè pongano fine alla violenza. L’organizzazione per i diritti umani ha anche chiesto la convocazione di una sessione speciale del Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione africana per esaminare la situazione nello Zimbabwe.

«Il silenzio del presidente dell’Assemblea dell’Unione africana, il leader tanzaniano Jakaya Kikwete, e’ assordante e contrario ai principi del rispetto dei diritti umani. Pretendiamo che, nella sessione dell’Assemblea che si apre lunedì 30 a Sharm El-Sheikh, in Egitto, il presidente Kikwete condanni le violazioni dei diritti umani nello Zimbabwe»

«Qualsiasi parola meno forte e netta costituirà un’abdicazione alle proprie responsabilità» – ha proseguito Amnesty International. «L’Unione africana, dovrebbe inviare osservatori sui diritti umani nello Zimbabwe e istituire una commissione internazionale d’inchiesta per indagare sulle violenze e sottoporre alla giustizia i responsabili».

Mentre le elezioni stanno avendo luogo, centinaia di attivisti politici e per i diritti umani rimangono in carcere solo per aver esercitato i propri diritti politici, tra cui quello alla libertà di associazione. Per Amnesty International si tratta di prigionieri di coscienza, che devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni.

Tra questi figurano Jenny Williams e Magodonda Mahlangu, leader e attiviste per i diritti umani delle donne, arrestate il 28 maggio per aver preso parte a una manifestazione pacifica. Si trovano nella prigione Chikurubi di Harare, in attesa di comparire davanti al giudice, il 3 luglio.

«Nel frattempo assassini, torturatori e aggressori sono lasciati liberi di commettere ulteriori violazioni dei diritti umani nella totale impunita» ha denunciato Amnesty.

Per saperne di più:
www.amnesty.it

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