Mondo
Amnesty: poca attenzione a vittime di stupri
Il rapporto diffuso oggi a Sarajevo denuncia lo stato fallimentare del sistema giudiziario del Paese e l’assenza di riparazione per le vittime
di Redazione
In un nuovo rapporto presentato oggi a Sarajevo, Amnesty International ha accusato i governi che si sono succeduti al potere dalla seconda metà degli anni Novanta, per la «deplorevole» mancanza di attenzione verso le donne vittime degli stupri subiti durante la guerra in Bosnia (1992-1995).
Oltre ai traumi riportati, le donne vittime di questi crimini di guerra, ha detto l’investigatore di Amnesty, Marek Marczynski, «sono anche stigmatizzate dalla società». Inoltre, ha aggiunto, «molte non osano parlare pubblicamente, perchè numerosi autori di tali violenze vivono nelle stesse comunità, anche in posizioni di potere». Di conseguenza, ha detto Marczynski, «le sopravvissute si preoccupano per la propria sicurezza e non sono incoraggiate a testimoniare davanti ai giudici, anche per la mancanza di sistemi di protezione dei testimoni»
Secondo le stime di Amnesty International, durante la guerra in Bosnia sono state stuprate da 20 mila a 50 mila donne. A 14 anni dalla fine della guerra, solo per 30 casi è stato istruito un processo, 18 davanti al Tribunale internazionale dell’Aja e 12 dai giudici del Tribunale per crimini di guerra di Sarajevo.
Le autorità bosniache, denuncia ancora l’associazione, non prestano alcuna attenzione alla necessità delle vittime degli stupri di ottenere sostegno psicologico, economico e altro. Nella Federazione Bh (entità a maggioranza croato-musulmana di Bosnia), solo in 500 ricevono un qualche aiuto come vittime civili di guerra e le procedure per conseguire tale status sono discriminanti.
La guerra in Bosnia ha provocato 100.000 morti e 2,5 milioni di profughi e sfollati, oltre la metà della popolazione del paese.
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