Non profit

Ampio fronte del no all’uso autologo del sangue cordonale

Posizione condivisa da Centro nazionale trapianti e Centro nazionale sangue con Simti, Gitmo, SIgu, Fnco e le associazioni Adisco, Adoces e Adrmo

di Redazione

No alla conservazione delle cellule staminali da cordone ombelicale per uso autologo, «perché inappropriata sul piano scientifico». Parere negativo anche sulla creazione di nuove biobanche e no deciso alla nascita di strutture private di crioconservazione. Sì invece a progetti formativi per il professionisti coinvolti nella rete di raccolta, conservazione e trapianto del sangue cordonale.

Sono alcuni punti che, durante un convegno a Roma, le maggiori società scientifiche, coinvolte a vario titolo nella donazione e raccolta del sangue cordonale, hanno condiviso. Un «Position Paper che avrà l’obiettivo di offrire un parere tecnico-scientifico ufficiale sull’uso appropriato delle cellule staminali emopoietiche da cordone ombelicale», si legge in una nota congiunta del Centro nazionale trapianti (Cnt) e del Centro nazionale sangue (Cns). In particolare, la Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia (Simti), il Gruppo italiano trapianto di midollo osseo (Gitmo), la Società italiana di genetica umana (Sigu), la Federazione nazionale collegio delle ostetriche (Fnco), con l’appoggio delle principali associazioni di volontariato (Adisco, Adoces e Admo), hanno trovato piena condivisione sui seguenti punti:
1) Rifiuto della conservazione delle cellule staminali emopoietiche a uso autologo perché inappropriata sul piano scientifico;
2) Assunzione da parte del mondo scientifico di un’unica posizione nazionale per testimoniare all’opinione pubblica l’utilità delle attuali applicazioni cliniche consolidate e l’attenzione nel seguire progetti di ricerca solo all’interno di protocolli previsti dall’attuale normativa;
3) Necessità di avviare progetti formativi a livello nazionale dedicati a tutti quei professionisti coinvolti nella rete: dal settore materno a quello infantile, da quello dei banking a quello dei trapianti.
4) Inopportunità nell’istituire nuove strutture dedicate alla crioconservazione delle unità di sangue cordonale;
5) L’istituzione di eventuali banche private nel nostro Paese violerebbe la vigente normativa, contravvenendo anche ai principi di volontarietà, anonimato e gratuità che ispirano il Sistema sanitario nazionale;
6) La conservazione di tipo autologo con possibilità di rilascio dell’unità ad uso solidaristico non viene considerata opportuna, perchè con questa modalità non sarebbe possibile tutelare la salute del possibile ricevente (attraverso attente valutazioni cliniche e di laboratorio) e non sarebbe possibile rispondere ai criteri qualitativi necessari per l’uso trapiantologico (ad oggi, soltanto il 30% circa delle unità raccolte viene effettivamente crioconservato).

«Il Cnt e il Cns – conclude la nota – daranno piena diffusione alla posizione ufficiale delle maggiori società scientifiche in questo campo e, pertanto, pubblicheranno sui rispettivi siti istituzionali il documento non appena disponibile».

Proprio a novembre si è tenuta una tavola rotonda sulla donazione del sangue cordonale indetta da Federazione Italiana ADoCeS a Verona durante la quale, per la prima volta, in un confronto diretto con la politica la comunità scientifica ha dichiarato pubblicamente l’inutilità della conservazione del cordone per sé all’estero. A sostegno di questa tesi si sono citati i dati più aggiornati, forniti dal Centro Nazionale Trapianti: a novembre 2010, sono stati registrati 807 trapianti allogenici, e quelli da donatore non familiare sono stati 632, di cui 102 da sangue cordonale (pari al 16%), che rappresenta ormai una valida alternativa per il trattamento di quei pazienti affetti da leucemie e altre gravi malattie del sangue che non dispongono di un donatore compatibile in ambito familiare o nel Registro donatori (dall’inizio della raccolta -2005-, le banche italiane conservano circa 25.000 donazioni solidali e hanno fornito ben 900 unità cordonali ai centri di trapianto: di queste oltre 500 sono servite per trapianti all’estero). Al contrario, delle circa 45.000 unità di sangue cordonale raccolte a scopo privato in banche estere, mai una sacca è stata utilizzata per eseguire un trapianto.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.