Cultura
Angola: per Msf è emergenza colera
"L'epidemia e' fuori controllo da tutti i punti di vista", avverte Luis Encinas, coordinatore di Msf.
di Redazione
A Luanda, in Angola, il colera ha ucciso questa settimana una persona ogni ora. A lanciare l’allarme e’ Medici senza Frontiere, che ha denunciato i ritardi della comunita’ internazionale nel fronteggiare l’epidemia.
A dieci settimane dal primo caso registrato a Luanda, ha avvertito Msf, sono morte 900 persone mentre altre 20mila sono state contagiate. “Tutti sono stati lenti nell’intervenire”, ha detto Richard Veerman, capo missione di Msf in Angola, “diversi fattori hanno contribuito a rendere questa epidemia di colera una delle peggiori mai viste in Angola. Con le informazioni di cui disponiamo adesso non ci sono piu’ scuse per non fare tutto quanto umanamente possibile per evitare che il numero di morti continui a salire ulteriormente”.
Solamente in uno dei centri di trattamento di Msf a Luanda sono giunti 240 nuovi pazienti nel giro di 24 ore. L’equipe ha messo in piedi due nuove tende per aumentare la capacita’ della struttura gia’ sovraffollata. “Oggi non abbiamo ancora raggiunto il picco dell’epidemia. Anche facendo un’analisi prudente, il bilancio sara’ estremamente elevato”, ha detto Veerman. L’epidemia potrebbe espandersi in maniera rapida fuori da Luanda, dove il colera e’ stato assente per molto tempo e, di conseguenza, dove il livello immunitario tra la popolazione e’ basso. Inoltre, i livello di conoscenza di quello che le persone possono fare per proteggersi e per proteggere le loro comunita’ dall’infezione e’ molto limitato.
“L’epidemia e’ fuori controllo da tutti i punti di vista”, ha avvertito Luis Encinas, coordinatore di Msf , “e’ cruciale che le autorita’ definiscano e attuino una strategia nazionale per contenerne la diffusione assicurando l’accesso ai centri di cura, garantendo la disponibilita’ di acqua potabile gratuita e migliorando le misure igieniche. Dovrebbero anche mettere in piedi un sistema affidabile per raccogliere dati epidemiologici e ampliare le campagne per informare gli angolani dell’epidemia, in particolare fuori della capitale”.
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